«Io cerco uno spazio di esistenza»: Paola Ravasio, scultrice varesina, spiega così la sua ricerca di arte cominciata nello studio e sotto l’egida (per così dire) del suo maestro: Pietro Scampini.
Paola, come mi ha suggerito lui, è uno scricciolo di donna con una forza e una carica assolute.
Parlare con lei è facile perché è immediata, semplice, immersa nelle sue idee che sono scultura.
Paola è un’artista assolutamente lucida, obiettiva, al punto da accettare seppur a malincuore il fatto che produrre arte e scultura in Italia non è considerato un lavoro. Parole che fanno male perché pronunciate nel Paese a più alta concentrazione di patrimonio artistico del mondo.
In questa intervista si parla però comunque di emozioni: quelle provate da me nell’immergermi tra le opere scultoree di Paola e quelle che lei prova quando le immagina e poi le realizza.
Un incontro a tutto tondo con chi ha scelto di seguirsi e di credere alla propria anima senza se e senza ma.
Buona visione.




