A volte le parole (ma anche i rapporti umani...) se le porta via il vento, quando cambiano in base alla convenienza. A meno che non siano state scritte prima (prima di ciò che poi accade) e non restino: è il caso di quelle pubblicate da un giornale che, a differenza di qualunque altro caso e qualunque altro luogo di scrittura, ha il dovere della memoria e della responsabilità, anche a posteriori, verso i lettori di ciò che ha sostenuto, altrimenti non faremmo questo mestiere e non verremmo pagati anche per provare a fiutare prima ciò che sta accadendo, poi alla riprova dei fatti, e a scrivere tutto ciò che sappiamo per costruire un rapporto di fiducia con chi abbiamo di fronte.
In questo caso, la memoria ci porta a metà novembre di un anno fa per capire come eravamo, come siamo e come ci approcciamo a Varese-Valpellice di questa sera all'Acinque Ice Arena (20.30, presenti una quarantina di fedelissimi e caldissimi tifosi della Valpe che ha fatto tremare anche l'Alleghe con l'eterno Pozzi, i Salvai, i suoi finlandesi Vuorio e Savolainen e un gruppo vero): il 15 novembre 2024 i Mastini erano posizionati al quarto posto in classifica a -12 dal Caldaro, a -6 dall'Aosta, a -3 dal Feltre e a +3 proprio sugli odierni avversari che, quindi, non sono certo un intruso o una sorpresa tra le prime ma una realtà dallo zoccolo duro inscalfibile e dall'identità fortissima, da cui l'amore dei loro tifosi. La classifica di quest'anno sappiamo cosa dice e, quindi, le parole o i presunti dubbi - o la superficialità dei giudizi, come la sottovalutazione di quanto l'ambiente interno, se è buono, faccia la differenza - su questi Mastini stanno a zero, ma non è questo che conta, come non contano le cinque vittorie consecutive se non per le statistiche.
Conta ciò che c'è dietro: un minuto dopo il 6-1 subito ad Alleghe e soprattutto a quello di Caldaro abbiamo sentito bruciare sulla pelle queste sconfitte più di qualunque sconfitta - e anche di qualche vittoria - dell'anno scorso, i giocatori non sono stati mandati ai lavori forzati, l'allenatore è rimasto un libro aperto per chiunque, non sono partite né purghe né caccia al colpevole né sorrisetti e battutine sarcastiche dal piedistallo e nemmeno per un attimo qualcuno ha messo in discussione i giocatori e il gruppo, e sapete perché? Perché stavolta stiamo bene assieme (noi, voi, tutti).
Ci avviciniamo alle partite e al palaghiaccio, e lo abbiamo fatto anche dopo Alleghe e Caldaro, quasi come se ogni volta fosse la prima volta con stupore, curiosità, sorpresa, novità, quasi leggerezza (che non significa essere leggeri sul ghiaccio) e sappiamo che ognuno quest'anno - com'era sempre accaduto in precedenza, anche con Czarnecki, capace di adattarsi e mettere l'umanità e l'unicità di un ambiente che non conosceva davanti a se stesso - è speciale per quello che è, nessuno mette zizzania o provoca situazioni estreme, rovinando quella semplicità e quell'"ingenuità" dei rapporti che in fondo sono alla base della famiglia giallonera.
Forse non siamo più forti del Caldaro, magari neppure dell'Alleghe anche se è tutto da vedere con il rientro dagli infortuni di Tilaro (aspettiamo Tilly a dicembre), Re (che mancherà non solo stasera) e, anche se c'è qualcuno che non crede di poterlo rivedere in pista, di capitan Vanetti: arriviamo in semifinale o in finale, ad annusare quell'attesa e quell'adrenalina lì, e vedremo cosa accadrà con un uomo che ha un solo limite ed è quello di cercare e vincere sfide mortali o impossibili. Potremo vincere, possiamo perdere, sicuramente soffriremo ancora ma, altrettanto certamente, godremo altrettanto: perché abbiamo ritrovato quello che nel calcio si chiama il piacere di giocare all'oratorio, in cui non ci sono avversari o arbitri, ma neppure reti e recinzioni. Siamo qui solo perché è bello essere qui e stare insieme a voi, Mastini.
E, per ultimo ma è la prima cosa, perché stasera dobbiamo tutti qualcosa, almeno il poco che possiamo, a una famiglia che ha perso la figlia ventiseienne, e in quella famiglia siamo dentro anche noi: Elisa Dello Nigro (leggi qui; domani, venerdì 21, verrà ricordata alle 20.30 con un rosario alla chiesa di Brebbia mentre la funzione sarà privata prima della cremazione) non potrà più essere al palaghiaccio insieme a mamma Angela per vedere le partite dei Mastini e di Harry, giocatore dei Crazy, né ricevere l'amore di papà Dario ma stasera quando ci fermeremo un minuto prima del via, guardando verso il cubo e verso la curva che la ricorderà, sarà lì, davanti a noi e a voi, per un'ultima carezza. Per regalarci ancora quel sorriso che noi non sprecheremo.
SECONDA DI RITORNO
Giovedì 20, 20.30: Bressanone-Fassa (20), Aosta-Pergine (20), Varese-Valpellice (20.30), Alleghe-Fiemme (20.30), Feltre-Caldaro (20.30), Appiano-Dobbiaco (20.30).
CLASSIFICA
Varese, Caldaro* 29. Alleghe 25. Appiano 22. Fassa, Aosta 19. Valpellice* 18. Pergine 16. Bressanone 11. Fiemme, Feltre 10. Dobbiaco 5. *una in meno
TERZA DI RITORNO
Sabato 22: Bressanone-Alleghe (18), Fassa-Valpellice (18.30), Pergine-Appiano (18.45), Caldaro-Aosta (19.30), Dobbiaco-Feltre (19.30), Fiemme-Varese (20.30).




