Il lago in una stanza. È quello che accade a Villa Benizzi Castellani, nella sala consiliare del Comune di Azzate, dove anche oggi, domenica 16 novembre, così come sabato 22 e domenica 23 dalle 15 alle 18 si potranno respirare l'identità e la vita del lago di Varese grazie a 35 iconiche fotografie dei pescatori, ma anche ad alcuni dei loro strumenti di lavoro, che a quelle acque hanno dedicato l'esistenza.
Ieri sera per l'inaugurazione nel cuore di uno comuni più vivaci, attenti e capaci di generare empatia ed energia con il territorio erano presenti così tanti cittadini da non poter essere tutti contenuti da una sala che si è trasformata in un caleidoscopio di emozioni che hanno fatto respirare e quasi toccare l'essenza del nostro lago.
Mario Chiodetti, autore delle fotografie e memoria sopraffina del lago che «andrebbe tutelato, così come il bacino lacustre, dall'Unesco», come ha detto il vice sindaco Giacomo Tamborini, spesosi in tutto e per tutto per allestire la mostra fotografica, ha impresso in parole e immagini che si incollano nell'anima «la memoria dei pescatori che non ci sono più, come Daniele Bossi - il più giovane dei pescatori scomparso nel 2019 a 53 anni - a cui è dedicata la mostra, così come l'opera di quelli viventi che difendono l'"essere" lago» nel senso più pieno della parola.
«Erano nove i pescatori e oggi sono rimasti in tre, Luigi “Negus” Giorgetti, Ernesto Giorgetti e Gian Franco Zanetti - racconta Mario accanto a Mariangela Bossi, sorella di Daniele - per chi di loro non c'è più e per coloro che vanno avanti abbiamo voluto dare un segno della memoria del lago e battere un colpo per fare capire che è ancora vivo e ci aspetta con la sua bellezza, i suoi animali e la sua vegetazione. Spero che queste foto, che hanno un valore storico e raccontano la dura vita dei pescatori di notte e all'alba, possano aiutarci a scoprirlo o a riscoprirlo. L'immagine a cui sono più legato è quella del lago ghiacciato nel 2005 al porticciolo di Cazzago, dove si allestì un tavolo di ghiaccio con un giocatore di scopa».
«C'è chi ha dedicato in silenzio la sua vita al lago e credo che questi sacrifici e quest'identità non debbano andare perduti - le parole del vice sindaco di Azzate con delega alla cultura Giacomo Tamborini - Pensare che oggi nella nostra terra ci sia qualcuno che si alza all'alba e, nel buio e nella nebbia, va a fare il suo mestiere ai remi di una barca non solo è affascinante, ma è un messaggio che andrebbe portato nelle scuole, da tramandare e tutelare. Se non vedo il lago, mi manca qualcosa e i pescatori rappresentano esattamente questo "qualcosa"».
Al Comune capofila di Azzate si è unito quello di Cazzago Brabbia, così come Galliate Lombardo, Inarzo e Bodio Lomnago che ospiteranno la mostra sul lago perduto perché, appunto, non sia davvero perduto. «Queste immagini sono opere d'arte - dice il padrone di casa e sindaco di Azzate, Raffaele Simone - e rappresentano anche la speranza di chi non può permettersi di perdere un passato che sta sfuggendo, anche se gli anni bui del lago di Varese, con tutte le opere di risanamento e riqualificazione messe in campo, ce li stiamo mettendo alle spalle».
Nel corso dell’inaugurazione de “Il lago perduto” l'ammirato pubblico - alcuni spettatori hanno dovuto ascoltare dalle scale, visto il sold out, ed è questo il dato più entusiasmante di quanto sia alta la fiammella della passione e dell'amore che arde sotto le acque calme del lago - ha anche ascoltato le opere liriche ispirate al bacino su cui s'affacciano Varese e i comuni limitrofi di Maria Elena Danelli, Valeria Tinari, Fabio Scotto, Ermelin Nalin, Camilla Bati, Sandro Sardella e dello stesso Chiodetti, opere pubblicate nel libro “Lucelago”.

















