Si è svolta questa mattina alle 11 la conferenza stampa del centrodestra varesino, primo appuntamento ufficiale in vista delle elezioni amministrative del 2027.
Una riunione che ha riunito Fratelli d’Italia, Lega, Forza Italia, Lombardia Ideale e Noi Moderati, decise a presentarsi come una coalizione compatta, «un’unica grande squadra», come sottolineano i rappresentanti dei partiti. Obiettivo: chiudere il ciclo dell’amministrazione Galimberti e costruire la Varese dei prossimi dieci anni.
Un percorso iniziato da settimane: «Ascolto e analisi dei bisogni della città»
A fare da portavoce della coalizione è Enrico Argentiero (Fratelli d’Italia), che annuncia il primo momento di confronto pubblico:
«A fine gennaio – spiega – organizzeremo un grande incontro aperto ai cittadini. Sarà una sorta di Stati Generali del centrodestra, un’occasione per capire cosa vuole davvero la gente e costruire un progetto condiviso».
Argentiero insiste sulla necessità di una fase programmatica ampia, iniziata già da diverse settimane: «Noi ci facciamo portatori del bene comune assieme alle altre sigle del centrodestra. A Varese abbiamo perso due tornate elettorali: ora l’unica cosa che vogliamo è tornare a governare la città». Sulla scelta del candidato, il coordinatore replica senza esitazioni: «Serve un sindaco che sia portabandiera del centrodestra. La coalizione è aperta a chiunque voglia contribuire, ma è fondamentale che il candidato rappresenti l’unità del gruppo».
Fra i contributi più strutturati arriva quello di Raffaele Cattaneo leader di Noi Moderati, che sintetizza la proposta del centrodestra in quattro assi strategici: bellezza urbana, attrattività, sviluppo economico e sicurezza.
«Rischiamo che Busto Arsizio rivendichi il ruolo di capoluogo – afferma – perché è più popolosa e in forte crescita economica. Qui abbiamo la Camera di Commercio che dà incentivi per venire ad abitare a Varese: questo significa che la gente non vuole vivere qui». Centrale il tema dell’università: «Non possiamo pensare che rimanga relegata a Bizzozzero. Vogliamo l’università in centro, vogliamo quel tipo di presenza, quel tipo di vivacità sociale ed economica».
A rincarare la dose è Salvatore Leggio, segretario cittadino di Forza Italia che ribadisce: «La rettrice dell’università chiede spazi, l’amministrazione li nega. È un’occasione persa per tutta la città». Poi Leggio riporta il dibattito su un altro tasto dolente, quello del welfare: «L’attenzione alla persona è completamente mancata in questi anni. Via Crispi, la Brunella, intere zone in cui anziani e fragili non riescono a muoversi in sicurezza».
Mentre Giuseppe Licata interviene in tono deciso: «A Varese si chiude un ciclo che non avrà continuità. È il momento di portare una proposta politica nuova e progetti ambiziosi per i prossimi dieci anni».
Marco Bordonaro (Lega) parla apertamente di «Stati Generali del centrodestra di Varese» e punta il dito contro le criticità lasciate irrisolte dall’amministrazione uscente: impianti sportivi, siti Unesco non valorizzati, il nodo della Caserma Garibaldi. «Varese vuole crescere – dice – nonostante questa giunta».
Stefano Clerici, esponente di Lombardia Ideale traccia un bilancio severo degli ultimi dieci anni: «Si chiude un ciclo. Il centrosinistra ha guardato ai salotti buoni ignorando le fasce sociali più deboli. Tante piste ciclabili, zero attenzione ai fragili».
E aggiunge: «Dobbiamo essere capaci di parlare tanto al centro quanto alle periferie. L’insicurezza porta con sé desertificazione sociale, abitativa e commerciale».
Il nodo del candidato sindaco
Il grande interrogativo che emerge dall’incontro è ovviamente sull’identità del futuro candidato allo scranno più alto di Palazzo Estense.
Romana dell’Erba afferma chiaramente: «Il candidato deve essere di partito». E c’è chi, come Argentiero, risponde ai dubbi sulla possibilità che Fratelli d’Italia rinunci a una candidatura propria pur essendo il primo partito sul territorio: «L’importante è scegliere chi può vincere e riportare il centrodestra al governo della città». Intanto si guarda già alla scadenza indicata da Cattaneo, unico a delineare delle tempistiche a riguardo del nome «Il candidato – dice – dovrà essere definito entro la primavera del 2026».




