Varese - 12 novembre 2025, 09:41

La "Casa di Paolo" diventa un po' più grande: «Dal dolore un servizio per la comunità. Puntiamo a essere sempre più presenti sul territorio»

L'associazione di promozione sociale è stata fondata a Varese nel 2012 da Claudia Dal Fior insieme ai suoi genitori per ricordare il fratello Paolo, scomparso tre anni prima: «Abbiamo voluto reagire al lutto chiedendoci di cosa avesse bisogno davvero il nostro territorio. Il doposcuola, che accoglie circa 90 ragazzi tra elementari e medie, diventa un contesto educativo dove si impara non solo a studiare, ma anche a gestire le emozioni, a stare con gli altri, a confrontarsi e a crescere insieme». Il progetto "Officina 3C" e quella "rete" comune che entra a scuola insieme ad altri operatori

La "Casa di Paolo" diventa un po' più grande: «Dal dolore un servizio per la comunità. Puntiamo a essere sempre più presenti sul territorio»

Nata da un dolore profondo, La Casa di Paoloè oggi una realtà viva e in continua crescita. L’associazione di promozione sociale, fondata nel 2012 da Claudia Dal Fior insieme ai suoi genitori, è sorta a Varese in ricordo del fratello Paolo, scomparso tre anni prima.

«Abbiamo voluto reagire al lutto – racconta Claudia – mettendo il nostro dolore a servizio della comunità. Ci siamo chiesti di cosa avesse davvero bisogno il territorio e così è nato il doposcuola». Da quel primo progetto, “La Casa di Paolo” è cresciuta anno dopo anno. Oggi accoglie circa 90 ragazzi tra scuola primaria e secondaria di primo grado, seguiti da cinque educatori e una ventina di volontari. L’attività si è ampliata con progetti dedicati anche agli studenti delle superiori, come IRIS e SIRI, e con “Il pesce sull’albero”, rivolto a bambini e ragazzi con difficoltà di apprendimento.

L’associazione collabora con scuole e oratori del territorio, in particolare in via San Francesco e presso l’oratorio di San Vittore, accogliendo minori segnalati dalle famiglie o direttamente dagli istituti scolastici. Dall’inizio del 2025, “La Casa di Paolo” è parte di una rete che comprende anche Totem e La Casa davanti al Sole, grazie a un progetto finanziato nell’ambito delle Politiche per la Famiglia. In questo contesto è nata “Officina 3C” – acronimo di Coltivare, Contaminare, Condividere – che vede la presenza di un’operatrice nelle scuole Don Rimoldi e Righi con l’obiettivo di attivare un vero e proprio quartiere educativo.

«Lavoriamo accanto a insegnanti e ragazzi – spiega Claudia – offrendo spazi di supporto emotivo, didattico e linguistico, ma anche momenti di riflessione e laboratori su misura. È uno strumento in più per le scuole, per far sì che i ragazzi stiano bene in classe e imparino a vivere con serenità le relazioni».

Durante i mesi di giugno e luglio, l’associazione organizza un centro estivo ad alta intensità, che punta a mantenere vivo il legame educativo con bambini e famiglie anche fuori dall’anno scolastico. «Cerchiamo di costruire un’alleanza educativa con i genitori – sottolinea Claudia – perché la scuola e la famiglia devono camminare insieme». Proprio in questa direzione si inseriscono anche i percorsi di orientamento rivolti ai ragazzi di terza media, realizzati in collaborazione con la Fondazione Comunitaria del Varesotto e il Centro Kolbe.

Non si tratta di test attitudinali, ma di incontri e momenti di confronto tra studenti, genitori ed educatori, per accompagnare le scelte scolastiche e personali con maggiore consapevolezza. Alla fine dell’anno scolastico, inoltre, viene offerto un supporto specifico per la preparazione dell’esame di terza media, la “prima vera prova” per molti ragazzi. Pur non avendo psicologi nello staff, gli educatori de “La Casa di Paolo” lavorano in stretta rete con altre realtà del territorio per offrire risposte concrete ai bisogni dei giovani: dallo sport gratuito ai laboratori tematici per adolescenti.

«Usiamo la scuola come strumento per costruire relazioni – spiega Claudia – Il doposcuola diventa un contesto educativo dove si impara non solo a studiare, ma anche a gestire le emozioni, a stare con gli altri, a confrontarsi e a crescere insieme». Oggi l’associazione accoglie ragazzi di tutte le nazionalità, ciascuno con la propria storia e il proprio percorso. Lo spazio in cui opera è in comodato d’uso, ma restano numerosi i costi fissi da sostenere. Nonostante questo, “La Casa di Paolo” continua a essere un luogo aperto, in cui il dolore iniziale si è trasformato in energia positiva, capace di generare comunità e futuro.

Giulia Nicora

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