1° febbraio 2021-16 novembre 2025: 1750 giorni dopo, sarà di nuovo Pallacanestro Varese contro Pallacanestro Cantù.
La Partita con la P maiuscola per i tifosi varesini, il derby che ogni stagione si attende e il match cerchiato in rosso sul calendario, tornerà in scena domenica dopo quasi cinque anni di assenza dai parquet della pallacanestro italiana.
Domenica 16 novembre, in una Itelyum Arena che va verso il tutto esaurito, alle 17 si alzerà la palla a due del derby numero 150 della storia tra i biancorossi e i canturini, tornati da quest’anno nel massimo campionato dopo un calvario in Serie A2 durato quattro stagioni.
Sula bilancia dei precedenti, il piatto delle vittorie varesine è più pesante: sono finora 89 le vittorie biancorosse, contro le 60 di Cantù, che si è però portata a casa gli ultimi tre giocati e cinque degli ultimi sei.
Le ultime volte che le due compagini si sono trovate l’una di fronte all’altra sono state nel 2020/2021. In quella stagione furono ben quattro gli scontri: i due nella Supercoppa Italiana (in versione allargata visto lo stop dovuto al Covid del campionato precedente) e le due nel corso del campionato.
In quella stagione la Openjobmetis di coach Massimo Bulleri vinse lo scontro del 4 settembre 2020 in Supercoppa (grazie anche a 26 punti di Luis Scola) e perse il ritorno tre giorni dopo.
Non andò meglio in campionato: Varese perse lo scontro casalingo alla terza giornata per 80-90, contro la Cantù di coach Cesare Pancotto guidata da Donte Thomas e Maarten Leunen.
La partita di ritorno, a oggi l’ultimo scontro diretto tra le due, si giocò a Desio (a spalti deserti causa conseguenze della pandemia) il 1° febbraio 2021. Cantù si presentò in netta difficoltà a livello di classifica, ma freschissima del cambio di allenatore: via Cesare Pancotto, dentro Piero Bucchi, che bagnò l’esordio con la vittoria 97-82 su una Openjobmetis a cui non bastarono i 18 punti di Giovanni De Nicolao, i 17 di Nicolò De Vico e i 14 dell’attuale amministratore delegato Luis Scola.
Ma per i canturini la stagione non terminò nel modo sperato: a fine campionato il quindicesimo e ultimo posto (la sedicesima squadra, la Virtus Roma, si ritirò a torneo in corso) decretò la retrocessione, ventisette anni dopo quella del 1994. La Openjobmetis non fece molto meglio, chiudendo appena un gradino sopra i canturini.
Dopo quattro anni giocati sempre ai vertici del campionato di A2 (tre finali playoff promozione e una Supercoppa LNP), l’Acqua S.Bernardo ha chiuso trionfalmente la stagione 2024/2025 battendo nell’ultimo atto Rimini, riconsegnando il proprio nome al massimo campionato e il derby ai tifosi, suoi e di Varese.
La Cantù di oggi
Acqua S.Bernardo Cantù che dopo sette giornate di campionato ha inanellato tre vittorie, centrate contro Reggio Emilia, Cremona e, l’ultima domenica, contro l’altra neopromossa Udine, arresasi solo dopo un tempo supplementare.
Una squadra a cui, al pari di Varese, piace correre e giocare ad alti ritmi quella allenata da coach Nicola Brienza, confermato quest’anno dopo la stagione chiusa con la promozione. Assieme alla Openjobmetis, Cantù occupa uno degli ultimi due posti nella graduatoria dell’offensive rating, mentre si assesta appena sotto la metà nella classifica del dato difensivo.
I canturini sono la squadra che usa meno il tiro da tre in tutto il campionato (solo il 15,3% delle conclusioni), preferendo di gran lunga l’attacco al pitturato e al ferro avversario. Squadra discreta a rimbalzo (nono posto con il 50% delle carambole a disposizione prese), ha qualche problema con le palle perse, essendo la terza squadra per frequenza di turnover commessi (la prima è Varese).
Xavier Sneed è il faro offensivo della squadra, reduce dai 34 segnati contro Udine e con una media di oltre 15 a partita a cui aggiunge più di 5 rimbalzi. L’ala ha alle spalle il backcourt formato da Jacob Gilyard, playmaker che vanta anche quarantadue presenze in NBA tra Grizzlies e Nets, e il più volte biancorosso mancato Giordano Bortolani, entrambi poco oltra la doppia cifra di punti di media.
Dimensione interna data dalla coppia di lunghi africani: il nigeriano Ife Ajayi e soprattutto il maliano Oumar Ballo, che al primo anno tra i professionisti sta comportandosi benissimo, tenendo di media una quasi doppia doppia da 9 punti e 8,4 rimbalzi.
Importanti in uscita dalla panchina Jordan Bowden, swingman con ottime doti tiratore, e l’ala nell’orbita della Nazionale azzurra Grant Basile, classico numero 4 dalla doppia dimensione interna ed esterna.
La batteria degli italiani è completata da Riccardo Moraschini e da due ex varesini, a cui il pubblico è affezionato in maniera opposta: Andrea De Nicolao, parte del gruppo degli Indimenticabili della stagione 2012/2013, e Leonardo Okeke, che dopo la sua dimenticabile parentesi in maglia Openjobmetis non ha fatto nulla per farsi volere bene dalla tifoseria della sua ex squadra.




