Indimenticabile, determinato, irreprensibile eppure umano e, soprattutto, tifoso: per noi, e per quelli come noi, Sergio Caramella, storico commercialista varesino (è stato anche ex presidente dell’Ordine dei Dottori Commercialisti del Tribunale di Varese) che se ne è andato a 91 anni, resterà per sempre l'uomo che, da curatore fallimentare, fu capace di tenere in vita il Varese - era un Varese che coinvolgeva davvero tutta la città e di cui ogni varesino era tifoso - ai tempi del primo fallimento del 1988 (ne seguirono altri tre, devastanti, in un'era che ha aperto le porte della società a chiunque, senza alcun controllo o paracadute capace di preservare l'onore, l'ambizione e la storia del club e di Varese).
Caramella si chinò sul Varese, allora in C2, con un amore, una cura, una passione eppure con un'inflessibilità e una risolutezza che hanno pochi paragoni nella storia ultracentenaria della società. Da lui passavano perfino le spese per compare venti limoni e il tè da dare alla squadra, ma anche l'orgoglio ferito di un mondo biancorosso che racchiudeva davvero tutti ed era capace di abbattere anche i giganti. Si andava in trasferta in auto - sempre Caramella autorizzava il pagamento della benzina - e ci si salvò brindando con acqua minerale nello spogliatoio di Novara grazie a una banda di pirati biancorossi asserragliati attorno al bastione difeso dall'allenatore Carletto Soldo, da Cicci Ossola e da lui. Che alla prima trasferta del Varese fallito al Bentegodi di Verona contro il Chievo di Campedelli che aspettava solo di banchettare su ciò che restava del club biancorosso, senza società e senza soldi, mise in scena una prima battaglia e la prima resistenza: «Abbiamo cominciato bene, ma quell'arbitro ha fatto durare la partita 94 minuti» disse a fine partita Caramella a Natale Cogliati, viscere, cuore e anima del Varese sulla Prealpina che poi riportò il tutto nel libro "Vincere è bello".
Venne poi la semi leggendaria trasferta a Mestre contro il Venezia Mestre di Zamparini, patron della Mercatone lanciato verso la promozione che dopo l'iniziale vantaggio varesino firmato dallo sfortunatissimo Verdicchio, che anni dopo decise di andarsene lasciando tutti senza parole, disse proprio davanti a Caramella: «Facciamo subito il pari e poi ci mettiamo a contare i gol che diamo al Varese, io dico cinque». Il pareggio arrivò, ma poi Zamparini restò a bocca asciutta con il portiere Fadoni che parò un rigore e, davanti a lui, una squadra eroica capace di immolarsi in area e impedire alla corazzata arancioneroverde di dilagare. Caramella telefonò dagli spogliatoi al presidente del tribunale dicendo: «Sai caro Vigna, abbiamo pareggiato o meglio hanno pareggiato loro. E pensare che ci avevano promesso cinque gol».
In mezzo alla tempesta, Caramella fu il capitano che rinsaldò il gruppo, soffio sulle vele dell'orgoglio, seguì come un padre autorevole e amoroso il gruppo e, poi, pur svolgendo il ruolo di chi doveva traghettare economicamente la fine di un nome glorioso (Varese Calcio) a quello che poi lo fu altrettanto (Varese Football Club) riuscì a salvare il patrimonio sportivo e umano - la categoria, i giocatori, la passione dei tifosi - nel passaggio tra un Varese e un altro, coinvolgendo la città (banche e politica comprese) perché un fallimento non radesse al suolo per sempre anche il presente, ma fosse una porta aperta sul futuro. Cosa sempre accaduta tranne che nel 2003, quando Scapini e pochi altri riuscirono a salvare il vivaio prima dell'arrivo di Ricky e Sean Sogliano.
Il capolavoro più grande del curatore Caramella fu quello di consegnare il testimone, senza innamorarsene, al tribunale - scindendo debiti e titolo sportivo - e agli imprenditori coinvolti dopo quella salvezza eroica (la più eroica insieme a quella di tanti anni dopo in B, sempre a Novara), dall'allora ventiseienne Claudio Milanese - che nell'ultima partita casalinga comprò 400 biglietti e li regalò ai tifosi - a Luigi Orrigoni, da Cesare Bernasconi a Guido Borghi. Nacque così IL Varese Footbal Club grazie alla regia dell'indimenticabile Caramella. Curatore degli interessi di tutti, perché allora il calcio a Varese era un patrimonio comune, nell'interesse di tutti.
L'ultimo saluto a Sergio Caramella verrà dato venerdì 7 novembre alle ore 14.30 nella Sala del Commiato del Tempio Crematorio del Cimitero di Giubiano.
Varese - 05 novembre 2025, 12:10
Addio a Sergio Caramella: zittì Zamparini e il Bentegodi, "curando" il Varese come nessun altro. Quando il calcio era ancora di tutta la città
Se ne è andata a 91 anni una figura storica dei commercialisti varesini capace di compiere un'impresa eroica: ai tempi del primo fallimento del Varese (1988) salvò il titolo sportivo e la categoria scendendo in campo per conto del tribunale e ottenendo una salvezza "all'acqua minerale", unendo città, tifosi e imprenditori. Poi lasciò il testimone a un ventiseienne Claudio Milanese e agli imprenditori che fecero nascere il Varese FC. Altra pasta d'uomo, altri tempi

Febbraio 1988: Varese Calcio in fallimento. In tribuna a Masnago il curatore fallimentare Sergio Caramella con il sindaco Sabatini (foto tratta dal libro di Natale Cogliati "Vincere è bello")
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