Sport - 22 ottobre 2025, 08:48

Il Giro d'Italia 2026 potrebbe tornare nell'Alto Varesotto: territorio al lavoro per una tappa tra Cuvignone e Forcora

Dopo oltre trent'anni la corsa rosa, con Berzin vincitore nel 1995 sul traguardo di Palazzo Verbania davanti a Chiappucci, potrebbe di nuovo attraversare le valli del Nord e del Luinese toccando due vette storiche, prima di un traguardo in Svizzera a Carì. Al lavoro sul progetto i sindaci di Cittiglio Magnani e di Maccagno Vargiu, appassionato ciclista: «Vogliamo valorizzare la storia di questo sport nel nostro territorio»

(foto d'archivio)

(foto d'archivio)

Dopo oltre trent’anni il Giro d’Italia potrebbe tornare a Luino e nei suoi dintorni. Era il 1995 quando il 25enne russo Evgenij Berzin tagliò per primo il traguardo davanti a Palazzo Verbania, davanti a Claudio Chiappucci. Da allora, la corsa rosa non ha più fatto ritorno sulle sponde del Lago Maggiore.

Le prime indiscrezioni emerse nelle ultime ore, però, parlano ora di un possibile ritorno nel 2026, con un percorso che interesserebbe le valli luinesi, dalla Valcuvia alla Valtravaglia fino alla Val Veddasca.

Secondo le informazioni trapelate, la tappa potrebbe riprendere una candidatura già presentata lo scorso anno dal territorio, che prevedeva l’inclusione di due salite storiche: il Passo del Cuvignone e la Forcora. Entrambi i valichi rappresentano due simboli del ciclismo varesino e offrirebbero un tracciato di grande fascino tecnico e paesaggistico prima dell’ingresso in Svizzera.

Il traguardo sarebbe collocato in salita a Carì, un villaggio montano del Canton Ticino, situato sopra Faido nella Valle Leventina. La località svizzera si trova a 1.642 metri di altitudine, adagiata su un terrazzo soleggiato sul versante meridionale del Pizzo di Campello. Appartenente al Comune di Faido, Carì rappresenterebbe uno scenario suggestivo e inedito per una frazione di alta montagna del Giro.

Al momento non è ancora chiaro se la salita finale sarà preceduta da ulteriori dislivelli ravvicinati. Le fonti indicano come punto di partenza della tappa la città di Castellanza, in provincia di Varese, che verrebbe scelta dopo l’arrivo del giorno precedente a Busto Arsizio. Un percorso che collegherebbe così diverse zone del territorio varesino, fino al confine elvetico.

Il sindaco di Maccagno con Pino e Veddasca, Ivan Vargiu, ha confermato che l’impegno per riportare la corsa rosa in provincia di Varese è in corso da tempo: «Da più di un anno stiamo lavorando per portare il Giro d’Italia nel Varesotto. Tutto è partito da Rossella Magnani, sindaco di Cittiglio, con l’idea di far passare la tappa sul Cuvignone. Da lì è nato tutto, anche da parte mia, un po’ per passione e per condivisione di intenti. Ho coinvolto diverse amministrazioni e abbiamo ottenuto il sostegno di tutti: Provincia, Comunità Montana Valli del Verbano, BIM e i Comuni toccati dal percorso. Esiste anche un’intesa con gli svizzeri, in particolare con Gambarogno».

Il progetto originario, spiega Vargiu, prevedeva una partenza da Varese e un arrivo alla Forcora, ma successivamente si sarebbe aggiunta l’ipotesi di Carì come sede del traguardo. «Ora ritengo più probabile una partenza da Castellanza, con passaggio sul Cuvignone e sulla Forcora, per poi proseguire verso la Svizzera e chiudere a Carì. Il nostro obiettivo era anche quello di valorizzare la storia del ciclismo, passando davanti alla casa di Binda a Cittiglio e a Induno Olona, patria di Ganna, primo vincitore del Giro d’Italia».

Il primo cittadino ha poi sottolineato la collaborazione tra amministrazioni locali e realtà oltreconfine: «Tutto nasce dal lavoro di gruppo di più sindaci e rappresentanti istituzionali: io, Rossella Magnani, Enrico Bianchi, l’assessore Stefano Malerba, e sul versante svizzero il sindaco di Gambarogno Gialuigi Della Santa. Un grande supporto è arrivato anche dal capo dell’ufficio tecnico Olivier Chassot di Gambarogno. Sono ancora indiscrezioni, ma molto concrete».

Nelle prossime ore è attesa la presentazione ufficiale del Tour de France 2026, mentre quella del Giro d’Italia si terrà a novembre. Solo allora si saprà se davvero la corsa rosa tornerà a colorare le strade e le montagne del Luinese, riportando il grande ciclismo nel cuore del Varesotto.

Agostino Nicolò da Luinonotizie.it

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