Gli strumenti musicali suonano spesso musiche allegre, a volte invece cariche di dolore. Gli alunni dell’Istituto Comprensivo G.B. Monteggia di Laveno Mombello il 15 e il 16 ottobre hanno avuto l’occasione di poter toccare e ascoltare una chitarra dell’Orchestra del Mare: uno strumento musicale colorato realizzato con i resti delle imbarcazioni utilizzate dai migranti per attraversare il Mediterraneo.
Per i bambini delle Scuole Primarie e della Scuola Secondaria è stato un momento di riflessione importante e al contempo emozionante, un'occasione che ha permesso loro di capire il significato del Progetto Metamorfosi: una trasformazione non solo del legno dei barconi, ma anche dell'uomo, di tutti quei detenuti che grazie a questo lavoro conoscono il riscatto. Il cambiamento ha coinvolto anche gli studenti che, grazie a questo particolare incontro, hanno scoperto storie intrise di umanità, di dolore, di disperazione, ma anche di rinascita.
In particolare, i ragazzi delle classi terze si sono immedesimati in mille suoni, suoni che raccontano i sentimenti di chi sceglie di partire in cerca di una vita migliore. Hanno compreso il magnifico lavoro svolto dai detenuti nel carcere di Milano per costruire la chitarra e altri strumenti e, ancor di più, hanno apprezzato il valore che un semplice pezzo di legno porta con sé.
Hanno presentato le loro riflessioni con questa semplice ma profonda frase:
“Noi siamo tutti… piccoli pezzi di legno”
Guidati dalle loro insegnanti (Bevilacqua, Colombo, Coscia, Santangelo, Serratore e Terlizzi), hanno saputo dimostrare la loro sensibilità comprendendo il dolore degli altri e dando valore alla vita… quella di tutti!
Con i docenti di musica Cassarino e Mitrio i ragazzi hanno in conclusione intonato, accompagnati dalla voce profonda della chitarra del Mare, il brano "Fields of Gold" di Sting, l'artista che ha suonato la prima chitarra prodotta dalla liuteria del carcere di Secondigliano.
Alla fine di questo incontro i ragazzi erano emozionati, con la speranza nei loro giovani cuori che i loro coetanei, provenienti da luoghi meno fortunati, non debbano mai più affrontare in mare sfide così pericolose.
Ancora una volta la musica, con il suo linguaggio universale, ricorda a chi l’ascolta quello che è accaduto e accade nei nostri mari.







