La Varese Nascosta - 18 ottobre 2025, 08:09

LA VARESE NASCOSTA. Ermenegildo Trolli, il genio delle scarpe: così nacque il "Calzaturificio di Varese"

Nell'ottobre del 1969 moriva a Varese Ermenegildo Trolli, l’uomo che trasformò un’intuizione artigianale in un simbolo di stile e qualità “made in Varese”. Ancora oggi Trolli rappresenta al meglio quella generazione di imprenditori varesini che, tra Otto e Novecento, seppe coniugare ingegno, coraggio e responsabilità sociale

Torna l'appuntamento con la rubrica dedicata alla storia, agli aneddoti, alle leggende e al patrimonio storico e culturale di Varese e del Varesotto in collaborazione con l'associazione La Varese Nascosta. Ogni sabato pubblichiamo un contributo per conoscere meglio il territorio che ci circonda. Oggi raccontiamo un pezzo di storia industriale della città.

Il genio delle scarpe: Ermenegildo Trolli e la nascita del Calzaturificio di Varese

Il 10 ottobre 1969 moriva a Varese Ermenegildo Trolli, l’uomo che trasformò un’intuizione artigianale in un simbolo di stile e qualità “made in Varese”. Aveva 87 anni, e fino all’ultimo giorno continuò a visitare i negozi della sua creatura, il Calzaturificio di Varese, fondato nei primi decenni del Novecento e destinato a diventare una delle più note aziende italiane del settore.

Quando la notizia della sua morte, avvenuta nella villa di via Sanvito dopo un infarto, si diffuse in città, fu un lutto vero. A piangerlo furono gli operai, i dirigenti, ma anche gli abitanti del quartiere di Avigno, cui Trolli aveva donato un asilo infantile in memoria della figlia Jolanda, morta a soli quattordici anni di “spagnola”. A ricordarlo con affetto furono pure i soci della Famiglia Bosina, di cui era stato nel 1956 il primo “resgiou” – con il motto: “valorizzare il passato della nostra Varese e tenere bene aperti gli occhi sul futuro”.

I funerali, seguiti da una folla commossa, rispettarono il suo ultimo desiderio: attraversare ancora una volta, anche da morto, le vie della città che tanto aveva amato.

Ermenegildo Trolli rappresenta al meglio quella generazione di imprenditori varesini che, tra Otto e Novecento, seppe coniugare ingegno, coraggio e responsabilità sociale. Dopo aver completato gli studi commerciali, il padre Luigi lo inviò in Germania e in Svizzera per formarsi nelle fabbriche di pellami. Rientrato in Italia, nel 1908 prese la guida della ditta Trolli & Bernasconi, che presto ribattezzò Calzaturificio di Varese.

Fu un innovatore: intuì che per affermare un marchio non bastava produrre bene, bisognava anche vendere direttamente al pubblico. Aprì quindi negozi monomarca nelle principali città italiane, poi in Svizzera, introducendo un modello di distribuzione pionieristico che avrebbe ispirato molti altri.

Sotto la sua guida, l’azienda prosperò persino durante i periodi difficili della Prima guerra mondiale e del dopoguerra. Ma Trolli non fu soltanto un industriale di successo: fu un benefattore e un cittadino esemplare. Nel 1919 fu tra i fondatori dell’Istituto Autonomo Case Popolari, impegnandosi per dare dignità abitativa ai lavoratori. Nel 1923 accolse con orgoglio il re Vittorio Emanuele III, giunto a Varese per inaugurare le prime case popolari.

Negli anni Trenta fondò anche la Primaria Valigeria Italiana, divenne presidente del Rotary Club di Varese e membro del consiglio della “Cronaca Prealpina”. Alla stampa dedicò grande passione: nel 1934 volle un periodico aziendale che raccontasse le novità del Calzaturificio e le bellezze della città, affidandone la direzione a Umberto Bagaini.

Uomo di equilibrio e di dignità, visse gli anni del fascismo senza servilismo, accettando il minimo indispensabile per non compromettere la propria indipendenza. Sul finire della guerra, il sostegno ai partigiani lo costrinse a rifugiarsi a Milano insieme al fratello Guido, per sfuggire alle rappresaglie.

Quando morì, Varese salutò in lui non solo un imprenditore di genio, ma un costruttore di futuro, che seppe legare il proprio nome alla crescita morale ed economica della città.

Il Calzaturificio di Varese, ancora oggi nella memoria collettiva, resta il simbolo di una stagione in cui lavoro, creatività e senso civico camminavano insieme, passo dopo passo, come le scarpe che portarono il nome di Trolli in tutta Europa.

da La Varese Nascosta

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