Gestisce quello che descrive come l’albergo più antico della Lombardia, è stato presidente della Pro Loco di Varese, ha sempre guardato al Sacro Monte con il rispetto e l’amore che noi varesini abbiamo per la nostra montagna sacra anzi, forse ancor più.
Mario Carabelli ha fatto anche politica, e anche quello per passione, oggi cucina e si adopera in prima persona per far “funzionare” l’albergo, che ovviamente porta il nome del Sacro Monte, il borgo e il pensiero.
Le parole che ascoltate sono state registrate un po’ di tempo fa ma restano comunque tanto attuali quando contestuali.
Abbiamo la fortuna di vivere in un luogo dorato, in un paradiso purtroppo abbandonato dall’uomo: parole sue che suonano come punto di partenza per il sogno, non solo suo, di far sì che questo patrimonio dell’umanità diventi davvero tale.
Il Sacro Monte di Varese è per lui un punto di arrivo ma anche di passaggio e partenza come è stato ogni frangente della sua vita.
Ascoltarlo vuol dire ricordare la nostra storia contemporanea.
Lui racconta del suo essere stato “fulminato sulla via di… Arcore”, per così dire. Della sua passione, del suo amore per far politica e del suo intendere l’impegno personale per farlo senza entrare in quelli che definisce i giochi politici anzi, rifuggendoli.
Vive in un luogo fantastico, sempre il Sacro Monte, da dove si può anche osservare la Madonnina che svetta sul duomo di Milano e che ospita un patrimonio artistico, culturale e ambientale praticamente unico e crede che il borgo possa tornare ad essere la perla della provincia di Varese ma non per questo rinuncia ad essere criticamente costruttivo verso chi, chiamato ad amministrare, a suo dire non sempre accetta appieno e con semplicità il proprio ruolo.
Le sue parole raccontano una parte di storia di Varese a cui si deve dare continuità per evitare, sentenzia, di vergognarci di ciò che non abbiamo fatto.




