Virginia Riva 23 anni, nipote maggiore di Gigi Riva, figlie del primogenito Nicola si è laureata nei giorni scorsi in Scienze della Comunicazione con una tesi sul marketing intitolata "Non tutto ha un prezzo: il marketing tra etica, mito e integrità" che già dal titolo non poteva che essere dedicata a nonno Rombo di Tuono.
Virginia che ha frequentato il liceo classico Siotto di Cagliari ha vissuto da studentessa due esperienze all'estero, una in quarta superiore negli Stati Uniti e una durante il secondo anno di università a Barcellona in Spagna. E' una grande sportiva proprio come il nonno, le piace il calcio e ha giovato a pallavolo per dieci anni.
Virginia perché hai deciso di trattare questo argomento per la tua tesi di laurea?
Ho deciso di trattare questo argomento innanzitutto perché, quando ho sostenuto l’esame di marketing al primo anno, mi sono innamorata della materia. Mi affascinava l’idea che il marketing non fosse solo uno strumento economico, ma anche culturale, sociale e umano, capace di generare significato e costruire relazioni autentiche. E poi perché sapevo che avrei voluto rendere omaggio a mio nonno Gigi Riva. Volevo parlare di lui non solo come calciatore, ma come esempio di integrità e coerenza, e dimostrare che, anche oggi, non tutto ha un prezzo.
Puoi spiegare cosa tratta la tua tesi?
La mia tesi esplora il ruolo dei valori nel marketing contemporaneo. Parte dall’analisi di come il marketing sia diventato non solo uno strumento economico, ma un fenomeno culturale capace di creare identità collettive, narrazioni condivise e perfino miti. Ho studiato come i valori possano guidare il comportamento dei consumatori e costruire relazioni più profonde tra brand e persone. Nella seconda parte ho approfondito il concetto di “persone che incarnano i valori”, analizzando figure come Malala Yousafzai, Muhammad Ali, Colin Kaepernick e, naturalmente, mio nonno Gigi Riva. Infine, mi sono concentrata sulla Scuola Calcio Gigi Riva, come esempio concreto di come i valori possano tradursi in pratiche educative e sociali, dimostrando che il marketing può anche essere uno strumento di trasformazione collettiva e non soltanto di profitto.
Hai parlato anche della scuola calcio Gigi Riva. Vuoi spiegare meglio la sua importanza?
La Scuola Calcio Gigi Riva, fondata da mio nonno nel 1976, non è nata solo per formare calciatori, ma per dare ai ragazzi ciò che lui non aveva avuto da bambino: un luogo sicuro dove sentirsi accolti, rispettati e liberi. Non si selezionano i bambini in base al talento, ma si offre a tutti la possibilità di crescere attraverso lo sport, imparando valori come inclusione, lealtà, rispetto e responsabilità. È un modello educativo che mette al centro la persona prima dell’atleta. Nella mia tesi ho voluto dimostrare come questa scuola sia un esempio concreto di come i valori possano diventare pratica sociale e contribuire a costruire un futuro migliore per le nuove generazioni.
Chi vuoi ringraziare per aver conseguito questo brillante risultato?
Sicuramente devo ringraziare mio nonno Gigi, a cui ho dedicato interamente questa tesi, perché è stato e sarà sempre una fonte di ispirazione per me. E mio nonno Marco, che mi ha insegnato tanto e mi ha sempre spronata a dare il meglio. Ringrazio anche i miei relatori, il professor Argiolas e il professor Melis, per avermi guidata in questo percorso con competenza e disponibilità. E infine la mia famiglia e gli amici, che mi hanno sostenuta nei momenti più impegnativi.
Quali sono i tuoi programmi futuri?
Il mio sogno è quello di diventare una giornalista sportiva. Ho sempre amato lo sport fin da bambina e vorrei iscrivermi in una scuola di giornalismo e continuare così la mia formazione.




