Non tutte le imprese hanno in casa le risorse, le certificazioni o le competenze necessarie per affrontare una gara pubblica da sole. Ed è qui che entra in gioco l’avvalimento: uno strumento pensato per valorizzare le sinergie tra aziende, permettendo a chi partecipa di qualificarsi o di rendere la propria offerta più competitiva.
Nel mondo degli appalti pubblici, dove la concorrenza è feroce e i requisiti richiesti alle imprese partecipanti sono sempre più stringenti, la parola d’ordine è: “collaborazione”. E proprio in questo contesto si inserisce l’istituto dell’avvalimento, una possibilità riconosciuta dal legislatore per rendere più accessibile la partecipazione alle gare d’appalto pubbliche, soprattutto alle imprese medio-piccole.
Un’opportunità preziosa, ma anche complessa, che richiede competenze specifiche e un supporto qualificato per essere sfruttata al meglio. Per questo motivo realtà come Telemat, da oltre 37 anni al fianco delle imprese, offre consulenza, formazione e strumenti per affrontare le gare d’appalto pubbliche in modo consapevole e competitivo.
Prima realtà in Italia a specializzarsi in questo settore, Telemat accompagna ogni giorno le imprese con servizi aggiornati, personalizzati e un’Academy pensata per formare chi vuole crescere nel mondo degli appalti pubblici.
Avvalimento classico e premiale nelle gare d’appalto pubbliche
Ma attenzione: esistono due forme principali di avvalimento, il classico e il premiale, spesso confuse ma profondamente diverse per funzione e implicazioni.
Avvalimento classico: partecipare alle gare pubbliche senza tutti i requisiti
L’avvalimento classico è la forma più conosciuta e tradizionale. In pratica, un’impresa che partecipa a una gara, ma non possiede tutti i requisiti richiesti dal bando (come ad esempio la capacità economica, l’esperienza tecnica, o determinate certificazioni), può “prenderli in prestito” da un’altra impresa – la cosiddetta ausiliaria – attraverso un contratto formale. Questo consente all’impresa concorrente di qualificarsi e partecipare alla gara, anche se non avrebbe potuto farlo da sola.
Insomma, è uno strumento che mira a consentire la partecipazione, laddove altrimenti non sarebbe possibile.
Il meccanismo è regolato in modo molto preciso: occorrono contratti scritti, dichiarazioni dell’ausiliaria, e spesso anche controlli da parte della stazione appaltante. È un’operazione delicata, ma estremamente utile in un sistema dove le competenze e le risorse sono spesso distribuite tra più soggetti.
Avvalimento premiale: la strategia per distinguersi e ottenere più punti
Ben diverso è invece l’avvalimento premiale, introdotto in chiave più moderna e “virtuosa”. Qui non si tratta di acquisire requisiti minimi per partecipare, ma di ottenere un punteggio maggiore in fase di valutazione dell’offerta. È quindi uno strumento che guarda alla qualità e all’eccellenza, non all’accesso alla gara.
In questo caso, l’impresa concorrente possiede già i requisiti base per partecipare, ma si avvale della collaborazione di un’altra impresa – dotata, ad esempio, di certificazioni ambientali avanzate, tecnologie innovative o esperienze di rilievo – per rafforzare la propria offerta tecnica. Il vantaggio non è formale ma sostanziale: più qualità, più punti.
Possiamo dire che l’avvalimento premiale rappresenta una strategia competitiva, pensata per chi punta all’eccellenza e vuole distinguersi.
Avvalimento classico o premiale: accesso o qualità?
Pur nella loro diversità, sia l’avvalimento classico che quello premiale si fondano su un principio cardine: la collaborazione tra imprese. È la risposta concreta a un mondo produttivo in cui poche aziende possono vantare tutte le competenze richieste dai bandi pubblici.
L’unione fa la forza, e anche nei contratti pubblici si fa strada l’idea che la collaborazione non solo è possibile, ma è incentivata.
L’avvalimento, sia classico che premiale, rappresenta un’opportunità preziosa per le imprese italiane. Da strumento di accesso a leva competitiva, la sua evoluzione riflette la trasformazione degli appalti pubblici in chiave più inclusiva e meritocratica. E, soprattutto, ci ricorda che spesso è proprio la collaborazione a fare la differenza.
Tuttavia non sarebbe opportuno sottovalutare tal istituto, in quanto secondo il Cons. Stato, sez. V, sent. n. 3770/2023: “Non basta un generico impegno, occorre dimostrare l'effettiva disponibilità dei mezzi.” Ergo, abusare dell’avvalimento, o farne un uso strumentale, può comportare l’esclusione dalla gara o addirittura sanzioni. Per questo è fondamentale conoscerne bene le regole e utilizzarlo in modo corretto e affidarsi a professionisti del settore per redigere la documentazione pertinente.
Recensioni fornite in modo indipendente da un nostro partner nell’ambito di un accordo commerciale tra le due parti. Informazioni riservate a un pubblico maggiorenne.