«Le persone sanno che credere in noi è fare anche questo e pensare alla Polha»: bastano queste parole per capire chi abbiamo di fronte, cioè uomini da sempre speciali e dal cuore grande come Edoardo Raimondi e Alessio Piroso. Accanto a loro ecco una donna più unica che rara come Daniela Colonna Preti, presidentessa e anima della Polha la cui missione di vita è spingere ad "andare avanti" grazie allo sport persone, e soprattutto bambini, che potrebbero fermarsi di fronte alla loro disabilità.
Lo spirito che ha animato le quattrocento persone che si sono radunate al palaghiaccio lo scorso maggio per la festa a sorpresa in occasione dell'addio all'hockey giocato di Edoardo Raimondi, uno dei Mastini originari, rivive dunque nel bellissimo gesto compiuto dallo stesso Edo e da "Pizzo", che di quella festa è stato l'ispiratore, nei confronti di Daniela e di quello che rappresenta: «Facciamo in modo che la generosità e i valori di quel giorno di maggio proseguano anche su un’altra strada e su un percorso diverso, quelli della Polha, donando il contributo rimanente che gli amici e gli ex compagni, ma anche le aziende vicine all'hockey, avevano messo a disposizione per organizzare la festa di maggio».
Nella busta con il contributo economico e nelle maglie celebrative consegnate alla presidentessa al bar del palaghiaccio non c'è vetrina personale che non sia quella in cui deve spiccare la Polha: «Siamo qui per te e per quello che fai, non per noi. Le persone che sostenete sono atleti pazzeschi. La donazione non è rivolta a chi pratica sport del ghiaccio, ma a tutti i ragazzi di ogni disciplina seguita dalla Polha» le parole dei cuori gialloneri rivolte a Daniela, che ha risposto con frasi altrettanto autentiche e che lasciano il segno.
«Vedo cambiare e sognare bambini che hanno fatto incidenti quando iniziano a fare sport in una delle nostre dieci discipline - dice la presidentessa - Se partono poi vanno avanti, in tutti i sensi: quando abbiamo proposto per la prima volta due pattini ad Alessandro Andreoni, che poi è diventato un campione dell'hockey paralimpico, gli si sono illuminati gli occhi. Noi non impietosiamo nessuno, agiamo e basta». E, infatti, poi va a finire che nel nuoto paralimpico la Polha non abbia né paragoni né rivali, con 56 atleti mandati alle paralimpiadi, solo 8 nell'ultima edizione di Parigi.
Da una piccola cosa ne nasce una grande: vale per questo gesto, così come per l'attività della Polha. «Si vede che qui c'è gente che si vuole bene, c'è orgoglio. Un dono come il vostro ma, soprattutto, quello che c'è dietro fa venire voglia di andare avanti, la cosa più importante di cui abbiamo bisogno. Vi aspetto nella nostra sede di via Valverde» chiude Daniela rivolgendo un invito a Pizzo ed Edo.
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