Uno stile di vita controllato fa bene a chi lo adotta e agli altri, nel presente e nel futuro. Perché allunga la vita e ne migliora la qualità ma è anche precondizione per quel gesto generoso e gratuito, indispensabile ad alcuni, che è la donazione degli organi. Al convegno “Amiamoci: vivere, prevenire, donare”, organizzato da Aido Busto Arsizio nella sede Cri di via Savona, il messaggio è risuonato forte e chiaro fin dal titolo, come rimarcato, per Aido, dal dottor Adelio Scorti. Il tema è stato affrontato in molte delle sue innumerevoli sfaccettature da Gianluca Castiglioni e Paolo Genoni, medico dello sport il primo, dietologo il secondo, Maria Marconi, psiconcologa in Asst Valle Olona, e Ivanoe Pellerin, presidente di Lilt – Associazione di Varese.
Alla platea (presenti il sindaco, Emanuele Antonelli, il tenente colonnello dei Carabinieri, Andrea Poletto, il consigliere regionale Emanuele Monti, il consigliere comunale Vincenzo Marra) è stata offerta un’ampia panoramica su comportamenti virtuosi e dannosi, statistiche, buone prassi, vecchi nemici (fumo, alcol, sedentarietà si sono guadagnati il maggior numero di citazioni) e nuove insidie (dalle sigarette elettroniche agli apprendisti stregoni dell’alimentazione ma anche l’incapacità di chiedere aiuto). Numeri, statistiche? A profusione. A titolo di esempio: nell’Unione Europea il 45 per cento degli adulti non fa esercizio fisico, il 13 per cento è obeso, il 59 è in sovrappeso (in Italia accusa lo stesso problema un bambino su tre). Ancora: si stima che in Lombardia aderisca agli screening per il tumore della mammella, il più diffuso, meno del 60 per cento delle donne.
Nessun catastrofismo: ogni dato negativo è stato posto come punto di partenza e stimolo per fare di più e meglio. Un’impostazione colta da un ospite illustre, un’autorità in fatto di trapianti: il professor Giulio Carcano ha esemplificato la possibilità di sfondare barriere ritenute invalicabili citando un caso recente, la figura di una suora, donatrice di fegato e reni a 93 anni.
A proposito di questioni generazionali, la presidente di Aido Busto Arsizio, Maria Iannone, affiancata dal vicepresidente vicario regionale Lucio D’Atri, ha, con comprensibile orgoglio, presentato il neonato gruppo giovani dell’associazione: «Sono ragazzi già impegnati nello studio e nel lavoro. Sono mossi da motivazioni, esperienze, storie personali diverse. Ma sono accomunati dalla consapevolezza del valore che la donazione riveste nelle vite di tante persone. È con loro, con le loro parole e con la loro sensibilità, che possiamo raggiungere meglio i ragazzi».

Al “rompete le righe”, omaggio ai presenti della psicologa Maria Marconi: i partecipanti hanno potuto scegliere tra piccoli blocchi di plastilina (a significare la possibilità/necessità di plasmare la propria vita), portachiavi (aprire porte, attraversare muri), matite con gomma (scrivere, disegnare presente e il futuro ma anche cancellare ciò che merita di essere eliminato). Come a dire: benessere e disponibilità al dono passano anche da piccoli grandi gesti.













