Con riferimento agli articoli pubblicati ieri e oggi sulle contestazioni indirizzate all'Oncologia varesina, Asst Sette Laghi invia, congiuntamente con l'Università dell'Insubria, una nota di riscontro scritta dal Professor Francesco Grossi, Direttore Oncologia medica dell'azienda socio-sanitaria varesina e Professore Ordinario di Oncologia all'Università dell'Insubria. Riceviamo e pubblichiamo.
«In merito a quanto riportato dalla stampa, è doveroso offrire alcuni chiarimenti su aspetti cruciali riguardanti il reparto di Oncologia Medica dell’Ospedale di Circolo di Varese. L’articolo solleva preoccupazioni legittime, ma contiene anche affermazioni parziali e inesatte, che rischiano di generare un’immagine distorta di una struttura che, nonostante le difficoltà, continua a garantire cure di qualità e ad attuare strategie per affrontare la carenza di personale.
Il collega Bruno Zecca sindacalista del Policlinico di Milano forse non è a conoscenza del fatto che la Direzione dell’ASST Sette Laghi ha introdotto, da circa due anni, un incentivo economico significativo per i medici oncologi: ogni guardia pomeridiana è retribuita 600 euro. Si tratta di un’iniziativa unica, voluta dalla Direzione per sostenere in modo tangibile il lavoro quotidiano dei medici oncologi.
È vero che l’equipe medica è passata da 15 a 10 medici. Tuttavia, questa situazione non è circoscritta a Varese. In tutta la Lombardia – e non solo – il numero di specialisti in oncologia in uscita dalle scuole di specializzazione è inferiore al reale fabbisogno. Molte strutture pubbliche, anche nell'ambito di ATS Insubria, si trovano nella stessa condizione. Oggi si sta procedendo con l’assunzione anche di medici specializzandi che, a loro volta, iniziano a scarseggiare. Nonostante queste difficoltà, l’attività clinica non è mai stata ridotta: il reparto continua a operare a pieno regime.
Per affrontare questa criticità in modo duraturo, l’Università dell’Insubria attiverà da settembre 2025 la Scuola di Specializzazione in Oncologia Medica a Varese. Questo rappresenta un punto di svolta per la formazione e il reclutamento di nuovi specialisti sul territorio. A febbraio 2025 è stato concluso il concorso per un professore associato, figura necessaria all’attivazione della scuola. Purtroppo, a oggi, il blocco delle convenzioni tra università e ospedali ha impedito l’arrivo del docente, rallentando un processo fondamentale per garantire formazione e supporto clinico. Il superamento di questo ostacolo sarà determinante nei prossimi mesi.
Contrariamente a quanto è stato contestato, si è scelto di difendere il diritto dei pazienti di essere curati a Varese, introducendo delle rimodulazioni organizzative che tengono conto delle esigenze degli operatori. L’Oncologia Medica ha così continuato a garantire l’attività ambulatoriale, i trattamenti in day hospital, i ricoveri, le consulenze nei reparti e il supporto al territorio. In alcune aree, come ad esempio le neoplasie polmonari, si è mantenuto un altissimo livello di trattamento, con accesso a terapie innovative difficilmente disponibili anche in ospedali blasonati della Regione.
Il carico di lavoro dei medici è aumentato. Tuttavia, grazie alla collaborazione tra professionisti e alla gestione attenta della Direzione, si è riusciti a ridurre le guardie notturne da 8 a 5 al mese. Nel frattempo, si è fatto ricorso a 2 contratti libero-professionali per assicurare la continuità assistenziale. Si tratta di una soluzione transitoria, ma fondamentale in attesa delle nuove assunzioni a tempo indeterminato che avverranno a partire dal prossimo mese quando prenderà servizio un’oncologa come dirigente medico.
Contrariamente a quanto riportato nell’articolo, il personale amministrativo a supporto dell’Oncologia è aumentato, passando da 2 a 4 unità. Questo ha permesso di alleggerire almeno parzialmente il carico burocratico e di migliorare l’assistenza nei percorsi amministrativi e logistici rivolti ai pazienti.
È stato riportato che ho vinto un concorso universitario presso l’Ospedale San Martino di Genova. La notizia è corretta, ma la mia eventuale partenza non mette in discussione la solidità della struttura. Il reparto non si fonda su un singolo professionista: la rete di collaborazioni accademiche, l’imminente scuola di specializzazione e le strategie di reclutamento in corso assicurano la continuità e lo sviluppo dell’attività clinica e scientifica.
L’oncologia di Varese non è un reparto in crisi, ma una struttura solida, in evoluzione, che ha affrontato con competenza e determinazione uno dei periodi più complessi per la sanità pubblica. I pazienti possono contare su un’équipe altamente qualificata, su una Direzione dell’ospedale attenta e su un progetto di sviluppo concreto, che guarda al futuro della medicina oncologica nella nostra provincia con fiducia e serietà».
Prof. Francesco Grossi, Direttore Oncologia medica ASST Sette Laghi e Professore Ordinario di Oncologia Università dell'Insubria