Varese - 20 maggio 2025, 12:36

Civati scrive a Gassman: «Hai dato voce allo smarrimento. Lo spazio pubblico non è neutro, è dichiarazione di senso»

Dopo la reazione dell’attore al Remigration Summit ospitato a Gallarate, nel teatro intitolato al padre Vittorio, l’assessore del Comune di Varese gli rivolge un messaggio di gratitudine: «Hai riportato al centro la dignità della cultura. Consentire che il nome di tuo padre venga associato a idee che negano l’umanità e la convivenza è una ferita per il nostro territorio. I teatri, le biblioteche, le piazze non sono solo contenitori, sono affermazioni di principio. Ti aspettiamo a Varese per ricordare adeguatamente tuo papà»

Andrea Civati, assessore all'Urbanistica del Comune di Varese

Andrea Civati, assessore all'Urbanistica del Comune di Varese

Il Remigration Summit ha sollevato la reazione, tra gli altri, di Alessandro Gassman, contrariato dal fatto che l’evento si sia tenuto nel teatro di Gallarate intitolato a suo padre Vittorio (leggi QUI).

Un messaggio di supporto e gratitudine per l’intervento è quello scritto stamattina da Andrea Civati, assessore all’Urbanistica del Comune di Varese. Di seguito l’intervento integrale.

Caro Alessandro,

ti scrivo da Varese, capoluogo di una provincia complessa e viva, a pochi chilometri da quel teatro ieri al centro del dibattito nazionale, intitolato a tuo padre, Vittorio Gassman. Lo faccio con rispetto e gratitudine, perché il tuo gesto — forte, limpido, profondamente umano — ha riportato al centro una questione che dovrebbe stare a cuore a ogni amministratore: la dignità della cultura.

Quando uno spazio pubblico, dedicato al teatro e intitolato a uno dei grandi interpreti della nostra storia, diventa sede di un raduno dell’ultradestra europea, qualcosa si spezza. E con le tue parole hai avuto il coraggio di dare voce a quello smarrimento che molti di noi hanno provato in questi giorni.

Vittorio Gassman non era solo un attore straordinario. Era un intellettuale, un uomo libero, un simbolo di impegno civile. Consentire che il suo nome venga associato, anche solo indirettamente, a idee che negano l’umanità e la convivenza è una ferita aperta per il nostro territorio, anche per la nostra città. Per questo la tua richiesta non è solo comprensibile: è una lezione di civismo.

A Varese, città che ho l’onore di amministrare da 9 anni, stiamo provando — con fatica, ma con determinazione — a riportare la cultura al centro. Lo facciamo investendo in nuovi spazi, riqualificando strutture storiche, rilanciando il progetto di un nuovo teatro, scommettendo sulla formazione, sull’incontro, sulla memoria. Perché siamo convinti che la cultura non sia un orpello da mettere in mostra, ma la base stessa del patto di cittadinanza.

Una città che sceglie davvero la cultura lo dimostra con i fatti. Nelle scelte quotidiane, nei nomi che affida ai suoi luoghi, nella coerenza tra ciò che celebra e ciò che ospita. Lo spazio pubblico non è neutro. I teatri, le biblioteche, le piazze non sono solo contenitori: sono dichiarazioni di senso, affermazioni di principio. E quando si svuotano di coerenza, la memoria si trasforma in finzione.

Per questo ti ringrazio. Per averci ricordato che i nomi contano. Ma contano ancora di più i gesti, le responsabilità e la visione di chi quegli spazi li guida.

Ti aspettiamo a Varese per ricordare adeguatamente Vittorio Gassman! 

Grazie ancora!

Redazione

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