Cronaca - 20 maggio 2025, 16:16

Processo Tomasella, l'ex candidato sindaco si difende: «Lei mi "mostrificava". Io non le ho mai mancato di rispetto per primo»

L’imputato ha ricostruito in aula la relazione con la parte offesa, respingendo ogni accusa: «Mai usata violenza, il rapporto era consensuale». Contestati dal pubblico ministero i messaggi minatori e l’episodio della discoteca. Al centro del dibattimento anche i contatti successivi alla fine del legame

Il tribunale di Varese

Il tribunale di Varese

È stata interamente dedicata all’esame dell’imputato l’udienza odierna nel procedimento penale a carico di Francesco Tomasella, candidato sindaco alle ultime amministrative di Varese con la lista civica Varese Libera e molto attivo tra i movimenti no vax durante il periodo dell'emergenza Covid, chiamato a rispondere delle accuse di violenza sessuale e atti persecutori nei confronti dell’ex compagna. Al centro del dibattimento, la ricostruzione del rapporto tra i due, l’evoluzione del legame affettivo e gli episodi oggetto di contestazione da parte della Procura.

Tomasella ha reso spontanee dichiarazioni e ha risposto alle domande del Pubblico Ministero, tracciando un racconto articolato della relazione sentimentale, iniziata – secondo quanto riferito – il 29 febbraio 2020, su iniziativa della persona offesa. Ha descritto un legame inizialmente consensuale e passionale. A questo punto, nel tentativo di attribuire alla ex compagna una presunta "sessualità compulsiva", è stato interrotto dalla presidente del collegio, che ha richiamato le parti al rispetto della linearità dell’esame.

Le fasi della relazione e la “riscoperta della fede”
L’imputato ha dichiarato di aver vissuto un periodo personale di crisi coincidente con l’inizio della pandemia, durante il quale si era espresso pubblicamente contro le restrizioni anti-Covid. Un anno più tardi, ha riferito di essersi riavvicinato alla fede, con una prima confessione effettuata presso la parrocchia di Tradate.

Interrogato sul cambiamento nei suoi atteggiamenti verso la persona offesa dopo questo percorso personale, Tomasella ha sostenuto che a partire da ottobre 2021 avrebbe subito da parte della ex compagna “una gelosia assillante”. In particolare, ha fatto riferimento a una cena politica durante la quale, a seguito di una battuta (“sto ancora cercando moglie”), l'ex compagna avrebbe iniziato a tormentarlo con insulti e messaggi per diversi giorni. In tale contesto si colloca l’invio di uno dei messaggi oggetto del fascicolo: “Nel Medioevo saresti finita sul rogo”.

«Ogni volta in cui ho ceduto al rancore ho sbagliato» ha ammesso Tomasella, sostenendo tuttavia di non aver mai offeso o maltrattato la compagna per primo. «Abbiamo avuto tre litigi e due crisi importanti, una delle quali legata alla possibilità di una convivenza. Da ottobre 2021, però, i suoi comportamenti sono diventati ossessivi».

Negazioni sulle violenze e sulla serata in discoteca
Il rappresentante della pubblica accusa ha poi incalzato l’imputato in merito alla documentazione medica presentata dalla persona offesa e relativa a presunti lividi riconducibili a episodi di aggressione. Tomasella ha negato categoricamente ogni addebito: «Non sono stato io a causare quei lividi».

Riguardo a un episodio verificatosi in una discoteca di Roncaccio, l’imputato ha riferito: «Le ho afferrato il braccio per invitarla ad andare via, poi è intervenuta la sicurezza. È stata l’unica volta in quattro anni in cui abbiamo avuto un diverbio in pubblico». Alla domanda su come trattasse la compagna lontano da occhi indiscreti, Tomasella ha parlato di “una relazione bella e intensa”, ammettendo solo “due o tre episodi di insulti reciproci durante litigi”.

Il nodo del 23 maggio e il consenso
Uno dei passaggi centrali dell’udienza ha riguardato l’episodio contestato come violenza sessuale, riferito dalla persona offesa al 13 maggio 2023 e legato a presunte pratiche non consensuali durante un rapporto. Tomasella ha respinto con decisione l'accusa: «Non corrisponde al vero. E la data non è corretta: si trattava del 23 maggio, che era un sabato. Il rapporto fu consenziente». Ha poi aggiunto: «Lei mi chiedeva sempre di avere rapporti. Per me era diventato un peso. Vengo da una famiglia con un passato difficile: mia madre è stata vittima di violenza sessuale. Per questo ho sempre chiesto esplicitamente il consenso prima di avere rapporti».

Secondo l’imputato, i messaggi prodotti dalla ex compagna avrebbero natura “costruita” e sarebbero finalizzati a generare una prova artificiosa: «Lei stava cercando di costruirsi una prova. Mi mostrificava sistematicamente».

Fine del rapporto e ricontatti successivi
Rispondendo all’accusa, Tomasella ha escluso categoricamente l’uso di “sberle educative” e ha fornito la propria versione sulla rottura del rapporto, collocata nell’agosto 2023. «Mi disse che ormai la trattavo come una sorella. Non mi ha mai parlato di botte». Ha inoltre motivato la decisione di ricontattare la persona offesa via mail a fine ottobre, dopo essere stato bloccato su tutti i canali: «Ritenevo quel blocco una punizione. Volevo solo mantenere buoni rapporti».

Il procedimento prosegue nel rispetto del principio di presunzione d’innocenza, con il dibattimento ancora in corso di istruttoria.

Alice Mometti

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