Varese - 15 maggio 2025, 16:58

Le opere, viste dall'elicottero, che salveranno la Rasa, la provinciale 62 e il lago di Brinzio

Siamo saliti in cielo per scrutare dall'alto gli interventi che la cordata istituzionale Comune di Varese, Comune di Brinzio e Provincia di Varese ha messo in campo per mitigare gli effetti dell'incendio del 2019 e delle alluvioni in una delle zone più delicate del Varesotto (VIDEO E FOTO)

Il nostro viaggio in elicottero sopra la Motta Rossa

Il nostro viaggio in elicottero sopra la Motta Rossa

Visto dalle nuvole quest’angolo di Varesotto - con i suoi boschi, le sue montagne e i suoi paesini incastonati come pietre preziose nel dolce quadro disegnato dalla natura - appare ancora più incantevole.

L’occhio attento, però, coglie anche altro, non solo bellezza (e fragilità): tra il verde che ricopre la Martica e il Chiusarella ferve l’ingegno dell’uomo che sta tentando di dare un concreto futuro a un’area messa profondamente in crisi dagli eventi e dai cambiamenti climatici.

Motta Rossa, valico tra Rasa e Brinzio: da qui oggi è partito l’elicottero sul quale siamo saliti per documentare ciò che è avvenuto e sta avvenendo per mitigare il rischio idrogeologico dopo il conto salatissimo lasciato prima dagli incendi poi dalle alluvioni degli ultimi anni.

Bisogna tornare al 2019, innanzitutto, ovvero ai roghi che hanno devastato la Martica colpendo al cuore i suoi boschi. Con la vegetazione andata in fumo è venuta meno anche la funzione deterrente che essa ha nei confronti dei sedimenti che cadono a valle quando piove molto forte: ciò ha provocato enormi problemi, già sperimentati e affrontati sul fronte sud del Campo dei Fiori.

Ecco allora case ed esercizi commerciali minacciati e toccati dalle frane, la strada provinciale 62, quella che collega il capoluogo al Brinzio e oltre, spesso interrotta e chiusa perché invasa dai detriti o allagata e, infine, l'eccessivo sversamento di materiale nel lago di Brinzio, ormai a rischio sopravvivenza.

Il Comune di Varese, quello di Brinzio e la Provincia di Varese si sono quindi messi insieme e hanno chiesto un finanziamento PNRR, puntualmente ottenuto per mettere in piedi tre tipi di opere idrauliche “salvavita”.

Il primo intervento, coordinato da Villa Recalcati, ha comportato la realizzazione di un ponte - posto a un centinaio di metri dalla Motta Rossa in direzione Brinzio - sotto al quale i tre corsi d’acqua che scendono dalla montagna sono stati convogliati, affinché non strabordino sulla provinciale.

Il secondo, o meglio i secondi, a cura del Comune di Varese, hanno riguardato la parte alta della montagna e il suo versante: «Sono stati realizzati - ha spiegato Alessandro Uggeri di Idrogea, che ha lavorato su progetto dell’ingegner Riccardo Telò - un nuovo canale scolmatore, anch’esso con la funzione di indirizzare le piene sotto al nuovo ponte affinché non appesantiscano più il nodo idraulico preesistente alla Motta Rossa, e delle briglie che cercheranno di bloccare quando piove forte il trasporto - lungo i solchi impressionanti, lo dico da geologo, creati dall’incendio - dei sedimenti destinati a intasare le strutture idrauliche, a bloccare la strada o a finire nel lago di Brinzio».

Soggetto, quest’ultimo, del terzo intervento: «Lì - ha continuato Uggeri - è in corso il ripristino delle condizioni naturali, peraltro con grandissima difficoltà: il lago nel giro di dieci anni rischia di diventare una palude perché si sta riempiendo di roba… Dieci anni fa era profondo 4 metri, ora è profondo 2 e una parte era diventata un isolotto».

Costo totale 2 milioni di euro, pagati interamente dall’Unione Europea.

«In questo modo siamo andati a risolvere innanzitutto un problema molto sentito dai cittadini della Rasa e da tutti gli utenti, quello dell’accessibilità della strada provinciale - ha dichiarato l’assessore ai Lavori Pubblici del Comune di Varese Andrea Civati - Quando abbiamo dovuto chiudere la strada, si è bloccata la circolazione nell’intera parte nord della Provincia: ora è stata messa in sicurezza. Poi c’è il tema della fruibilità della zona, in termini squisitamente turistici e di svago: le opere in oggetto aumenteranno la vivibilità e la fruibilità di questi splendidi luoghi».

«Il tutto è stato emblematico della capacità di collaborazione degli enti, delle risorse a disposizione e di quanto sia complesso affrontare questo tipo di problematiche - ha concluso Civati - Sappiamo cosa hanno dovuto patire nelle scorse settimane Bregazzana e la Valganna dall’altra parte del versante. Dobbiamo metterci in mente tutti quanti, tutte le istituzioni intendo, che questa parte del nostro territorio è più fragile delle altre e, alla luce dei cambiamenti climatici e di tanti altri fattori, necessita di investimenti maggiori. Faccio appello affinché possano quindi essere raccolte le energie per fare altri interventi simili dove necessario».

Fabio Gandini

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