Economia - 13 maggio 2025, 17:19

Vini Varesini, un nuovo presidente e la volontà di crescere ancora di più: «Oggi siamo una certezza»

È Fabio Cazzani, titolare della Cascina Ronchetto di Morazzone, la guida appena nominata dell’associazione dei produttori vinicoli locali: «I nostri prodotti stanno diventando una realtà presso enoteche e ristoranti, perché il tempo nel vino è tutto: abbiamo fatto dei passi in avanti e ora possiamo dire la nostra. L’obiettivo? Raccontarci meglio e di più: si deve parlare del vino di Varese»

A sinistra Fabio Cazzani, presidente dell'Associazione Vini Varesini

A sinistra Fabio Cazzani, presidente dell'Associazione Vini Varesini

«Il trend è positivo e il nostro obiettivo è sempre il medesimo: vogliamo che la gente parli dei vini del nostro territorio».

Si rinnova nel segno di un’ambizione crescente l’Associazione Vini Varesini, nata con la precisa volontà di salvaguardare il territorio e la produzione vinicola locale. Partito da 3 aziende - Cascina Ronchetto, Cascina Piano e Tenuta Tovaglieri i fondatori - e arrivato a sette, il consorzio locale ha appena cambiato guida: presidente è diventato Fabio Cazzani, titolare della Cascina Ronchetto di Morazzone.

«Dopo così tanto tempo passato all’interno dell’associazione, questa carica è un ruolo che arrivo a coprire volentieri, anche per senso del dovere - afferma il neo presidente - Tutti noi che facciamo parte di questa realtà dobbiamo partecipare attivamente all’unico, vero scopo che conta: la promozione dei nostri prodotti. Ritengo che oggi - alla luce dell’apprezzamento mostrato dalla gente e dei passi in avanti che abbiamo compiuto - i produttori varesini possano iniziare a dire la loro. I risultati sono positivi: si è capito che facciamo le cose con amore e passione».

A comprenderlo sono stati soprattutto i ristoranti e le enoteche, sempre più una porta di conoscenza del “nettare” varesino: «A furia di parlare con loro e avendo dato loro la possibilità di sentire e assaggiare - continua Cazzani - la considerazione nei nostri confronti è cresciuta e la promozione dei nostri prodotti nelle loro liste è arrivata di conseguenza. Oggi il vino varesino è un prodotto che puoi mettere sul tavolo con tranquillità, è una certezza».

Merlot, Nebbiolo, Barbera, Shiraz, Traminer e Chardonnay, con uno sguardo a «a metà tra il Piemonte e il Ticino», e forse non tutti sanno che esiste da 20 anni anche una certificazione IGT di “Vino dei Ronchi Varesini”, che riguarda alcune etichette prodotte secondo un determinato disciplinare: «La verità è che le nostre cantine sono cresciute parecchio: il tempo, per il vino, è essenziale… Non puoi pensare di piantare una vigna e il giorno dopo fare il vino migliore del mondo: con il passare degli anni i vigneti diventano più anziani, arrivi a conoscere meglio il territorio e riesci ad affinare il prodotto. Ora i risultati stanno arrivando».

E stanno riaffermando una tradizione vinicola che, nel Varesotto, è sempre esistita fino al lungo “buco” nel secolo scorso che ha fatto perdere tanti treni. L’importante ora è insistere: «Se devo tracciare un obiettivo per il futuro - conclude Cazzani - è quello di migliorare ancora di più la nostra capacità di comunicazione, il modo in cui raccontiamo quello che facciamo. E lo possiamo fare solo insieme, la cantina singola da sola non va lontano. È ovvio che ognuno di noi poi si identifica con il proprio prodotto, ma ciò che ci interessa davvero è che si parli del vino di Varese in generale».

F. Gan.

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