Posto il fatto, o meglio la forte sensazione, che Rocco Perla sia lontano, al di là del militare, da Varese, come lo era - ammettiamolo - anche quando è tornato in Finlandia, ma anche senza dover per forza pensare all'amato numero 2 giallonero, c'è qualcos'altro che dobbiamo ammettere, una vocina che arriva dal cuore e dalla testa e che, più o meno, suona così: il Varese il portiere ce l'ha, è un grande portiere (anzi: grandeportiereè...) e il suo nome è Filippo Matonti.
E lo è perché è riuscito con naturalezza e spensieratezza sbalorditive in un'impresa ben maggiore delle undici vittorie consecutive giallonere della scorsa stagione in cui è stato protagonista (6 successi con lui, 5 con Perla), o delle sue più belle partite in stagione regolare (due vittorie con il Caldaro e una ad Appiano): Pippo è entrato nel cuore di tutti, risultato non così semplice come potrebbe sembrare (non ci sono riusciti tutti gli ultimi arrivati degli ultimi due anni perché per farcela serve essere veri, giocare per gli altri prima che per sè, farsi amare dai senatori, fermarsi in pista con i bimbetti che giocano a hockey nelle giovanili, e serve il piacere di incontrare i tifosi, dal primo all'ultimo, in qualunque momento e circostanza), ed è già il portiere dei Mastini per tutti.
Filippo Matonti, diciott'anni il 5 agosto, è destinato ad essere il nostro portiere da quando è rientrato in panchina dopo il settimo gol preso nella tragica semifinale di Coppa Italia con il Caldaro ed essere stato mandato allo sbaraglio insieme ai suoi compagni da chi aveva la guida assoluta della squadra, almeno fino a quel giorno: quelle lacrime, quel ritorno a testa bassa dalla gabbia alla panca, quella sofferenza sono state le nostre lacrime, la nostra sconfitta e la nostra sofferenza più grandi e ci hanno unito allora e per sempre a Pippo. Nessuno a oggi merita nel prossimo campionato più di lui la porta giallonera, lui che anche in questi giorni si allena in palestra, lui che - come il fratello Marco - sembra varesino da sempre per quella complicità e quella genuinità nei rapporti umani, per quella semplicità, per quella normalità, per quella felicità di voler essere solo e soltanto a Varese e al Varese. Per quella voglia di divertirsi insieme a noi che è l'obiettivo della prossima stagione.
Filippo Matonti è forte, è coraggioso, è in rampa di lancio, è uno di noi, è puro ed è riuscito a costringere tutti i suoi compagni a gettarsi nel fuoco per lui (non sarà mica facile in uno spogliatoio di uomini forti e altrettanto veri come quello giallonero). Non c'è altro da aggiungere per considerarlo non "un" portiere del Varese, ma "il" portiere del Varese.
Hockey - 10 maggio 2025, 21:18
I Mastini il portiere ce l'hanno già, è il migliore e si chiama Filippo Matonti
In attesa di dirimere la questione Perla, che appare comunque lontano al di là del militare, una vocina che arriva dal cuore e dalla testa dice che a oggi nessuno più di "Pippo" merita di difendere la gabbia giallonera. Ben più dei suoi 17 anni contano altre cose: è forte, è coraggioso, è in rampa di lancio, è puro, è riuscito a "costringere" tutti i compagni a buttarsi nel fuoco per lui ed è uno di noi, e lo è ancora di più da quando rientrò in panchina sul 7-0 per il Caldaro nella semifinale di Coppa. Non basta? Vuole Varese e il Varese come pochi altri
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