Varese si è persa in un bicchier d’acqua?
Così parrebbe se si va a constatare il silenzio, che dura praticamente da un anno, sul destino delle casette che rifornivano di acqua pubblica i varesini.
L’imperfetto è il giusto tempo verbale: le strutture in questione - presenti in 6 quartieri cittadini - sono state rimosse e mai sostituite. Il 19 aprile 2024 della rimozione aveva dato conto pure un comunicato di Palazzo Estense, nel quale però si potevano leggere anche altre importanti informazioni, ovvero che era stato già individuato un nuovo operatore che avrebbe presto installato impianti più moderni (QUI l'articolo).
La realtà è che il servizio non è mai ripreso. Di tale fatto aveva chiesto conto, a ottobre 2024, anche il consigliere varesino del Polo delle Libertà Domenico Esposito (leggi QUI), ventilando la possibilità di promuovere la convocazione di una commissione ad hoc per ottenere lumi in merito.
Siamo a oggi, 17 aprile 2025. Anzi a ieri, quando ci è arrivata la mail di un lettore, contenente il più condivisibile dei quesiti: a quando la risoluzione del problema?
F. Gan.
Gentile Redazione,
Voglio con questa mia segnalare che, nell'aprile dello scorso anno, venne data comunicazione da parte dell'assessore all'ambiente che venivano eliminate le casette dell'acqua nel comune di Varese, e che sarebbero state prontamente rimpiazzate da altre strutture più performanti.
Ora, a distanza di un anno, i vari basamenti rimangono vuoti come le promesse dell’amministrazione. Non chiediamo di avere acqua gratuita, come accade a Milano, ma perlomeno di avere risposte sulla situazione.
Le casette dell'acqua dovrebbero essere, a mio parere, un fiore all'occhiello di una amministrazione che dia importanza all'ecologia ed alla salvaguardia dell'ambiente; a Varese per ora produciamo quintali di plastica da eliminare, i cittadini con senso civico buttano soldi malissimo spesi.
A quando la soluzione del problema, sempre che a qualcuno in Comune interessi? Nella speranza di avere presto risposta, porgo con l'occasione a voi i miei più cordiali saluti.
Maurizio Bragatti




