Una trentina i dipendenti degli sportelli comunali dei Servizi Demografici del Comune di Varese che, stamattina, hanno messo in atto due ore sciopero, dalle 8 alle 10.
Due ore in cui hanno manifestato fuori da Palazzo Estense, sede del Comune: la situazione che viene denunciata è relativa alla carenza di personale e il conseguente disservizio che così si viene a creare e a cui i cittadini sono quindi sottoposti.
«Troppo stress, troppo lavoro e carenza di personale, già da più di due anni. Meno nove persone, tra pensioni e licenziamenti, e nemmeno un’assunzione. Così è aumentato il lavoro per noi».
«l problema si riversa sui cittadini, a cui non possiamo dare risposte nei tempi che la legge prevede. Noi protestiamo per il loro bene: arriva gente che dovrebbe avere la pratica pronta in due giorni e si ritrova ad aspettare un mese. La carenza di organico crea così un disservizio, con la gente che poi è molto esigente. Così non si riescono a dare le risposte giuste in tempo».
L’appello è ovviamente rivolto all’amministrazione comunale, a cui viene chiesto semplicemente assunzione del personale. Ma un appello è anche ai cittadini, perché siano comprensivi con i dipendenti comunale: «Rivolgiamo un appello anche ai cittadini, che sappiano che la situazione a cui si va incontro è tale che devono solidarizzare con i lavoratori, perché è una situazione che non dipende da loro, ma da scelte politiche ben precise, oggi riconfermate».
Lo sciopero è stato indetto dalla Rappresentanza Sindacale Unitaria, con le organizzazioni sindacali Alcobas, Cigl, Cisl, Uil e Csa. Dopo due ore di sciopero, i dipendenti sono rientrati al posto di lavoro, con la speranza di aver mandato un messaggio chiaro a chi di dovere.
Non si è fatta attendere troppo la replica del sindaco Galimberti e della giunta comunale: «Con i continui tagli operati sulle risorse per gli enti locali i Comuni oggi si trovano a dover fronteggiare una situazione sempre più difficile e preoccupante sia in termini di possibilità di investimento nelle opere necessarie per i territori sia per quanto riguarda la gestione del personale».
«Condivido le preoccupazioni degli uffici demografici per la carenza di personale - continua Galimberti - Anche a seguito degli incontri nei mesi scorsi con le sigle sindacali, è in corso il piano di organizzazione del personale che rafforza l'organico accogliendo alcune delle richieste avanzate. Ma è pur vero che con sempre meno risorse a disposizione, è difficile poter destinare maggiori investimenti per nuove assunzioni. E con gli ulteriori tagli previsti dalla nuova manovra finanziaria, il rischio concreto è che nell'arco di poco tempo tutti servizi si possano trovar di fronte alla necessità di un ridimensionamento forzato, affossando così i Comuni, che di fatto sono i primi enti di riferimento per i cittadini. Per questo chiediamo che il Governo non depotenzi gli enti locali, ma dia il supporto economico necessario per far sì che questi possano garantire tutta l'efficienza dei servizi tutelando i propri lavoratori».







