Grazie a Max Airoldi e alla sua trasmissione "Sport in rete", in onda ogni lunedì alle 21 su Radio Village Network, abbiamo avuto la conferma del perché il Feltre ha trionfato all'Acinque Ice Arena, portandosi a casa la prima Coppa Italia della storia, e anche del perché ogni tifoso giallonero ha rivisto un po' dei suoi Mastini, in questo momento perduti, sotto le maglie biancorosse. Se il Varese vuole tornare ad essere il Varese, al di là di come finirà questo campionato, non deve fare altro che leggere queste parole, e agire di conseguenza. Mettendo davanti a tutti e tutto i valori e l'identità fondanti di questo club, e le persone che li rappresentano.
Ecco le magnifiche parole di alcuni protagonisti della Coppa Italia vinta dal Feltre raccolte da Max Airoldi e Deana De Feo
Andrea Damin, il capitano: «Sono contento perché la nostra famiglia è contenta. Abbiamo vinto con la fase difensiva: dietro siamo stati leoni e il nostro portiere un fenomeno. Siamo stati bravissimi a lasciare il cuore sul ghiaccio e a crederci, come crediamo anche nel titolo».
Jodie Manfroi, il portiere: «Noi partiamo sempre spensierati, giochiamo per divertirci e per la passione che abbiamo. Se vinciamo, siamo contenti. Se perdiamo, siamo meno contenti ma ce la godiamo lo stesso. Vincere non è un obbligo, ma ci piace farlo. È la prima medaglia in carriera, ce la siamo meritata dopo tutti i sacrifici che facciamo».
Samuele Zampieri, il giocatore feltrino in arrivo dall'Asiago e dall'Ice Hockey League: «Ho trovato impegnativa anche questa final four. Mi sto divertendo molto. Credevo fosse molto più facile, ma è tosta anche l'IHL. Sono nato a Feltre, conosco tutti quanti, come il potenziale e il valore di questa squadra: dal primo giorno ho credutodi poter arrivare fin qui. È come se fossi entrato in una famiglia: do tutti per i miei compagni e per questa maglia».
Luca Biacoli, il dirigente: «Questa vittoria non è arrivata per caso, da tre anni lavoriamo per fare il meglio possibile. Qui giocano tanti ragazzi della nostre zone, abbiamo un pacchetto con 8-10 giocatori di Feltre ben amalgamati con gli stranieri e il portiere. Non è facile non far segnare il Caldaro, eppure ci siamo riusciti».
I fratelli Dall'Agnol: «Siamo felicissimi, è un trionfo di sacrifici e dedizione. Siamo un gruppo unito. L'allenatore Ekrt? Ci prepara sempre al meglio e abbiamo un gruppo unito. Ci davano per sfavoriti e invece abbiamo mandato a casa l'Aosta e il Caldaro. Vedere che i tifosi del Varese tifavano per noi è stato bello e ci ha aiutato. Quando abbiamo visto 7-1 per il Caldaro con il Varese non pensavamo che ci fosse un abisso così ma già da venerdì siamo andati tutti nella stessa direzione. Giochiamo insieme da più di 15 anni. La dedica? A tutti i ragazzi che sono in spogliatoio con noi».
Nicola Cassol, il presidente: «Non pensavamo di riuscire ad arrivare fin qui e ad avere la maturità per vincere un trofeo del genere. Sono felice di quello che abbiamo costruito: 3 anni fa eravamo in serie C e oggi alziamo la Coppa, è una gioia indescrivibile. Noi siamo una famiglia e ci muoviamo tutti assieme nonostante le difficoltà. Il titolo? Godiamoci questo momento. Eravamo distrutti dopo aver battuto l'Aosta, ma credo che la finale sia stata una bella partita per tutto il pubblico. Ringrazio tutti i varesini che ci hanno sostenuto: di più non posso chiedere».
Marco Da Forno, l'attaccante/1: «Giocavo nel Feltre quando avevo 15 anni e prendevamo legnate da tutti, ma oggi sono qui. Realizzare da dove siamo partiti e dove siamo arrivati per me è molto toccante. È una bella storia. Quanto insegna una prima linea così forte come quella di Korkiakoski, Foltin e Kadlec? Ha alzato il livello degli allenamenti, e la partita è lo specchio di come ti alleni, ci ha fatto migliorare molto e, oltretutto, è fatta da ragazzi fantastici in spogliatoio che si sono uniti perfettamente al gruppo storico».
Marco Da Forno/2: «Il momento in cui ho detto "ok, vinciamo noi"? Nel penalty killing del terzo periodo, quando abbiamo ammazzato la superiorità del Caldaro. Ci sentivamo leggeri per non aver nulla da perdere. Non avevamo la pressione di dover vincere come l'Aosta o il Caldaro. In finale abbiamo preparato bene la partita per bloccare il gioco fluido del Caldaro. Ringrazio chi ci ha sempre creduto e in particolare lo zoccolo duro Feltre che si avvicinava alla prima squadra 10 anni fa. Kadlec e Korkiakoski hanno un livello di "comunicazione" superiore tra loro. Il power play? Se l'è giocato come voleva giocarselo la prima linea, e anche questo è stato un segreto».
Hockey - 11 febbraio 2025, 16:22
Nel Feltre re di Coppa c'è tutto ciò che amiamo: spensieratezza, complicità, zoccolo duro e stranieri che si sentono in famiglia
Nel programma "Sport in rete" di Radio Village Network condotto da Max Airoldi e Deana De Feo tutte le parole magiche che trasformano una squadra che tre anni fa era in una categoria inferiore in una squadra vincente. Il presidente Cassol: «Ci muoviamo come una famiglia». Capitan Damin: «Contento perché gli altri sono contenti». Manfroi: «Giochiamo per divertirci e per passione». I Dall'Agnol: «Giochiamo insieme da 15 anni, è il trionfo dello spogliatoio». Da Forno: «Indossavo questa maglia a 15 anni e prendevamo legnate da tutti, ma se oggi siamo qui lo dobbiamo a quell'inizio. Kadlec e Korkiakoski hanno un livello di "comunicazione" superiore»

Kadlec lancia la stecca oltre la balaustra a un giovanissimo tifoso dei Mastini e tutti i volti di una famiglia vincente (foto Alessandro Galbiati)
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