I favoriti, gli indigesti, quelli con la linea più forte.
Rispettivamente Caldaro, Aosta e Feltre, le tre squadre che contenderanno ai Mastini la Coppa Italia 2025. Insieme al Varese si tratta dell’élite incontrastata dell’IHL, di formazioni che continuano a darsele di santa ragione da settembre e continueranno a farlo fino all’ultimo ingaggio dell'annata: il filo della gloria passa sotto i loro pattini, tutti gli altri sono e saranno contorno.
C’è poco da scoprire di avversari così noti, ma vale lo stesso la pena un piccolo esame ai raggi X di altoatesini, valdostani e veneti, tarato sul qui e ora.
Eccolo.
Caldaro
Il Caldaro di questa stagione si muove come una “macchina perfetta”, l’appellativo che si era guadagnato il River Plate nel calcio qualche decennio fa. Regina incontrastata della stagione regolare così come del Master Round, dove ha già ipotecato con 7 vittorie su 7 discese sul ghiaccio il primo posto che sarà il suo biglietto da visita per i playoff: da settembre a oggi sono state solo tre le sconfitte patite dagli altoatesini.
Si tratta di numeri nati non a caso: stiamo scrivendo in assoluto della squadra nel complesso più forte, che basa le sue fortune in particolare su una difesa impenetrabile e su un gruppo ben rodato. E se la retroguardia, come da noto refrein, “fa vincere i trofei” ("l’attacco vende i biglietti", ma il Caldaro non ne ha bisogno…), la conoscenza reciproca fra i giocatori - ai senatori si sono aggiunti quest’estate giocatori come Wieser e Soelva che avevano già militato tra i “lucci” - ha aiutato la squadra di Teemu Virtala a diventare un orologio semi-perfetto. Sulla strada del Vino si gioca senza pressione e a ritmo alto, con il pallino del gioco sempre in mano, soprattutto quando sul ghiaccio ci sono le due prime linee, ricche di talento straniero (Siiki e Virtala) e italiano (De Dona', Wieser, Soelva), atleti che hanno sempre fatto parte di una IHL di alto livello se non dell’Alps.
Sulla carta non si vedono difetti, ma… attenzione: due dei tre insuccessi stagionali sono arrivati proprio al cospetto di Vanetti e compagni. La statistica potrebbe essere un appiglio mentale di non poco conto per i gialloneri, soprattutto se il pensiero delle sconfitte patite dovesse insinuarsi nelle menti altoatesine davanti a difficoltà sopravvenute in quella che rimane sempre una gara secca.
Nella quale, si sa, può accadere di tutto.
Aosta
Se prima abbiamo fatto un paragone calcistico, ora lo facciamo cestistico: l’Aosta è la Trapani dell’hockey: neopromossa, ricca, ambiziosa, arrivata al piano di sopra non per sopravvivere, ma per sparigliare completamente le carte. Unica squadra di tutta la IHL ad avere solo professionisti, cioè atleti che dedicano la propria vita professionale interamente allo sport: un vantaggio in termini di allenamenti e quindi di capacità di recupero soprattutto negli impegni ravvicinati.
Altro paragone: se il Caldaro è difesa, l’Aosta è attacco, purissimo attacco, con azioni a 150 km all’ora orchestrate da tre linee di alta qualità nelle quali spiccano i nomi del ceco Moucka, del “quasi” italo-americano Nardella e, ovviamente, del grande “nemico” Christian Buono, visioni immaginifiche e mani da pianista capaci di mettere chiunque davanti alla porta. Se c’è uno che può decidere le gare è proprio lui, a capo di una ciurma che punisce gli avversari appena si permettono di abbassare il ritmo, evenienza che peraltro non è nemmeno l’unica da evitare se giochi contro i pattinatori di coach Giovinazzo: l’Aosta, in power play, non perdona quasi mai.
E, tra tutte, è forse il piatto più indigesto per la fame varesina.
Attenzione: difetti non ne mancano. La difesa, per esempio. E i due portieri, Marinelli e Tura, vecchie conoscenze di via Albani, qualcosa da invidiare agli omologhi delle altre squadre lo hanno. Un altro grattacapo potrebbe invece arrivare dalle scelte… Per ora gli stranieri nel roster sono tre, e non due, perché il passaporto italiano a Nardella non è ancora arrivato: ciò comporta la necessità di un turnover tra lo stesso Nardella, Moucka e il nuovo difensore Auvinen che, comunque gestito, qualcosa toglierà ai valdostani.
Feltre
Appartiene ai veneti la linea più forte dell’intera IHL, il tris d’assi Kadlec (probabilmente l’MVP stagionale finora), Korkiakoski e Foltin, arrivato dal Pergine. Un mix di qualità e forza, che - combinato con i compagni - rende il Feltre di certo la squadra più verticale del campionato: appena recuperato il disco, ecco un'orda che si lancia in avanti a “manetta” e senza tanti fronzoli.
Scriviamo di una creatura da combattimento, che si gioca sempre tutto e che sa reggere gli urti.
Punti deboli? Anche qui pochi. E anche qui l’indiziato è il portiere, Manfroi, che tuttavia qualche giornata di grazia sa trovarla.




