(da LuinoNotizie.it) Nelle ultime settimane la cascata di Ferrera, nota anche come cascata “Fermona”, ha richiamato molti turisti attratti dalla bellezza del luogo e dalla frescura che, in questi giorni di canicola, è molto ricercata. Dal paese di Ferrera è facilmente raggiungibile, a piedi, dopo un percorso di poche centinaia di metri lungo la pista ciclabile e servendosi dei gradini dell’ultimo tratto adeguatamente attrezzato.
Giunti quasi in fondo alla scalinata è possibile fermarsi sulla “balconata”, che permette al visitatore di ammirare l’imponenza del salto d’acqua, circa 30 metri, le formazioni di travertino che, in continua evoluzione, sovrastano la grossa pozza dove si infrange l’acqua, e la rigogliosa vegetazione che colonizza le falesie quasi verticali. Un piccolo paradiso a due passi dall’abitato.
L’amministrazione comunale di Ferrera e la Comunità Montana delle Valli del Verbano hanno promosso la valorizzazione di questo patrimonio naturale, che però esige attenzione e comportamenti educati e rispettosi da parte del visitatore. «Non ci riferiamo solamente all’annoso problema dell’abbandono dei rifiuti, con il quale si “combatte” da sempre…, e al parcheggio selvaggio delle autovetture, con gravi problemi sulla viabilità (saranno intensificati i controlli della Polizia locale, ndr), ma principalmente alla sicurezza del luogo e alla sua corretta fruizione, un ambiente naturale tanto bello quanto fragile», spiega la sindaca Marina Salardi.
Recentemente, infatti, è stato posizionato un cartello monitore che informa con molta chiarezza circa i rischi legati principalmente alla caduta di massi e tronchi d’albero, e alla possibilità di onde di piena del torrente Margorabbia interessato in quel tratto da due impianti idroelettrici e relative opere di derivazione.
La prima cittadina di Ferrera ha ritenuto quindi doveroso il mantenimento dell’ordinanza con la quale dispone il divieto assoluto di recarsi nella zona sottostante la Cascata Fermona, delimitata dalla presenza del corpo idraulico superficiale e comunque in quelle parti non visitabili in sicurezza, alle pendici delle pareti rocciose.
Un provvedimento che di fatto impedisce la sosta al di sotto della cascata, in quelle poche spiaggette dove ci può sedere o sdraiare godendo del refrigerio dell’acqua, dopo aver fatto una nuotata. Come si è detto, l’ambiente è di grande pregio naturalistico, ma anche molto fragile. La messa in sicurezza dell’area è al di fuori delle possibilità di intervento dell’Ente comunale, sia per i costi che per la difficoltà tecnica.
«Per questa ragione il visitatore, sempre benvenuto, deve capire che la sua sicurezza e in generale l’incolumità pubblica è più importante e dev’essere anteposta a tutto». Così conclude la sindaca Salardi rivolgendosi a tutti nella speranza che i molti visitatori comprendano e si comportino di conseguenza.