Chiacchierata con il nuovo sindaco di Induno Olona, Giorgio Castelli, insediatosi sulla poltrona di primo cittadino da poco più di un mese, interrompendo una continuità di amministrazione che durava da vent’anni.
Premiato da quasi il 43% dei votanti, sono stati diversi temi toccati, dalle piste ciclabili del paese, all’affluenza alle amministrative, tra le più alte della Valceresio, ma che non soddisfa ancora l’esigenza della rappresentanza.
Con la sua lista ha superato la candidata dell’amministrazione uscente di soli 133 voti, interrompendo una continuità che durava da vent’anni. Per quale motivo pensa che gli indunesi l’abbiano premiata?
Credo nell’importanza dell’alternanza, nel momento in cui ho fatto una scelta di disponibilità preferendo un’avventura partendo da zero per fare un qualcosa di alternativo. Io vengo da un’era ideologica, ma le liste civiche in qualche modo stanno cercando uno spazio autonomo e una credibilità di natura non ideologica e di farsi carico di problemi di natura locale. Quando la competizione avviene tra liste civiche, i tratti distintivi sono quelli personale, ambienti di riferimento, priorità nelle cose da fare. La nostra lista mette insieme persone con vissuti e provenienze diversi: un’operazione tutt’altro che semplice. Con stupore, l’operazione si è rivelata sorprendente. Riconosco meriti all’amministrazione uscente. La ferrovia è stata ciò che ha cambiato il paese, c’è stata presenza e voglia di cambiare e sono stati molto bravi a tessere rapporti. Alcuni grandi problemi che necessitavano di interventi non sono stati però affrontati. Vogliamo provare a misurarci con questioni di difficoltà alta.
Alle amministrative di Induno Olona ha votato quasi il 60% degli aventi diritto, il dato più alto nei sei Comuni della Valceresio.
Vero. Ma se a Induno Olona, alle elezioni amministrative, il 40% delle persone non va a votare allora abbiamo un drammatico problema di rappresentanza. Risposte? Non lo so, ma di sicuro è una cosa che va messa a posto. Bisognerebbe fare approfondimenti sui corpi intermedi dall’amministrazione in giù.
L’amministrazione precedente ha puntato molto sulla rete di piste ciclabili in paese. Come vi approccerete voi da questo punto di vista?
Ho fatto recentemente un sopralluogo: una pista ciclabile c’è, anche se non sembra tale in tutti i tratti. Complessivamente mi sembra un bel progetto, a cui cercheremo di dare seguito. Va specificata però una cosa: io sono allergico all’approccio ideologico fine a sé stesso. Se effettivamente vogliamo in qualche modo sostenere o lanciare la sfida della mobilità, la priorità deve essere via Jamoretti, perché se si vuole dare impulso alla bicicletta si devono favorire interventi dove c’è più margine di lavoro. Bisogna essere coerenti e sostenere l’alternativa prioritaria di via Jamoretti, altrimenti diventa un’impostazione ambientale che non tiene conto delle reali compatibilità.
Altre necessità del paese?
Sempre parlando di via Jamoretti, serve una manutenzione straordinaria diffusa e interventi di riqualificazione. Bisogna anche puntare sull’arredo urbano e scommettere su alcune aree dismesse del paese. Riteniamo che uno degli aspetti veramente complicati a cui mettere mano sia rivedere l’organizzazione comunale. L’amministrazione uscente ha avuto due problemi enormi: il Covid e le vicende giudiziarie che hanno pesato moltissimo negli ultimi anni.
Come pensa che cambierà Induno Olona sotto la vostra amministrazione?
Induno Olona era la porta d’ingresso della Valceresio, con tutti i pro e i contro che ciò comporta. Era un Comune evoluto, con una classe dirigente valida portatrice di chiavi interpretative. Detto ciò, Induno Olona non ha scelte, ma obblighi: essere un paese residenziale alternativo a Varese, con un buon livello di servizi, con possibilità di migliorare il tessuto urbano lungo una direttrice logistica invidiabile; di conseguenza, ha tutti i presupposti per uno sviluppo qualitativo. Come sempre in queste occasioni, la sfida sta nella necessità inderogabile di creare degli ambienti socialmente riconoscibili e forti dal punto di vista identitario. Non è facile: gli ambienti storici son un po’ in declino, come dappertutto. Aiuta il fatto che ci siano una buona offerta scolastica e quartieri residenziali gradevoli e omogenei dal punto di vista sociale. Il verso rischio è che si trasformino in quartieri in cui si risiede ma che non si vivono. Il nostro grande vantaggio è la vicinanza a Varese, che ci privilegia molto.