Calcio - 17 maggio 2024, 19:37

L'ADDIO. Il nostro saluto a mister Cotta: «Sei stato un vero allenatore del Varese. Che non fa il lecchino e non cerca applausi per ottenere risultati»

La società annuncia la separazione dal ds Raineri e dal tecnico che hanno portato al terzo posto i biancorossi dopo il ripescaggio dall'Eccellenza con una squadra completamente rifatta. Chi arriverà dovrà fare meglio di loro, comportandosi almeno come loro

Corrado Cotta e il Varese ai saluti (foto Ezio Macchi)

Corrado Cotta e il Varese ai saluti (foto Ezio Macchi)

La società comunica la separazione dal ds Davide Raineri - persona integerrima e direttore preparato, silenzioso e sempre lontano dai riflettori - e dall'allenatore Corrado Cotta: hanno portato il Varese ripescato dall'Eccellenza e completamente ricostruito in pochissimi giorni al terzo posto e al record di punti in serie D. 

Ecco il comunicato del club

Città di Varese saluta e ringrazia per il lavoro svolto in questa stagione il Direttore Sportivo Davide Raineri e Mister Corrado Cotta. 

Le parole di Antonio Rosati neo consigliere del cda biancorosso: «Ho già avuto modo di elogiare e ringraziare il Direttore e il Mister per quanto fatto nel corso dell'annata. Con le difficoltà che tutti conosciamo Raineri è riuscito ad allestire una squadra molto competitiva, una squadra che Cotta ha avuto la capacità di plasmare e far diventare un vero gruppo. Sono contento di aver avuto l’opportunità di collaborare con due persone vere che hanno sempre lavorato in modo professionale, cosa rara nell’ambiente del calcio. Qualcosa però è mancato, il nostro obiettivo per la prossima stagione è quello di migliorare il risultato di quest'anno, mi assumo fin d'ora tutte le responsabilità di questa scelta e di quella futura con le figure che inseriremo nel nostro organico».

A Raineri e Cotta l'augurio di un proseguimento di carriera ricco di successi sportivi.

Il nostro saluto a Cotta

«In pochi hanno le palle per rispondere alla tribuna del Franco Ossola che, per troppo amore nei confronti del Varese, sa spesso essere incudine e martello. Da Fascetti, che una volta si arrampicò sulle reti per raggiungere fisicamente i contestatori, a Peo Maroso, su cui non piovevano sempre rose e fiori quando dopo partite di battaglia e catenaccio partiva il contropiede vincente per abbattere i giganti. Corrado Cotta l'ha fatto e, questo, gli vale il punto in più: in questa piazza il quieto vivere e le spallucce alzate non lasciano traccia, né rispetto. Cotta non è il dio del calcio perché non pensa di avere inventato nulla e nemmeno è uno spartito dove inserire le note suonate da altri: questa sua umiltà e questa sua indipendenza - all'inizio travestita da morbidezza, ma è soltanto uno specchietto per le allodole che nasconde saggezza e principi inamovibili - ci ricorda un po' Fabrizio Castori, così come la capacità di puntare dritto al risultato (dote propria anche di Ezio Rossi). Non sappiamo se per vincere la prossima serie D servisse confermarlo o cambiare, né se la società ritiene che alcune risorse (Furlan, ad esempio) avessero potuto rendere al meglio in altre mani, ma sappiamo che questo allenatore non ha mai cercato di lisciarci o mendicare benevolenza ed è sempre andato dritto sulla sua strada. E a Varese, dove gli uomini fanno ancora la differenza, per noi questo fa la differenza».
Andrea Confalonieri

«Il piacere è quello di aver ritrovato una persona che già stimavo dall'esperienza della Solbiatese, dove me lo ricordavo anche perché veniva alla palestra Bellavista dove lavoravo: a Varese ho riscoperto le sue doti umane, prima che tecniche. Persona assolutamente perbene e affabile, con Corrado uscirei tutte le sere. Ne apprezzo molto la franchezza: è bianco o nero, il grigio non esiste. Mi piacerebbe che un giorno avesse a disposizione tutto il materiale sportivo (tecnico e umano) adatto a lui per capire veramente dove può arrivare. Alla fine può apparire burbero, ma se lo spogliatoio con Cotta fa la differenza, in un mondo di fazioni e frizioni, significa che non porta solo risultati ma anche altro. Vedo un po' un paragone tra il suo addio e quello di Pioli al Milan: nessun altro in panchina avrebbe potuto raggiungere risultati migliori dei loro, con tutte le traversie del caso».
Stefano Battara

«Io con Corrado Cotta mi sono anche confrontato e scontrato, però alla fine di questa avventura mi sento di dire che mi dispiace e che perdiamo un allenatore che ci ha fatto arrivare nei playoff dopo una retrocessione. Come ho detto a lui, avrei voluto che fosse ancora l'allenatore del Varese. Persona diretta e a volte spigolosa, però è una persona che guarda in faccia gli altri e dice sempre quello che pensa: nel calcio è tutt'altro che scontato. A questo punto, chiunque venga, dovrà fare meglio di mister Cotta... e comportarsi almeno come lui».
Paolo Limido

Andrea Confalonieri


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