Varese - 09 maggio 2024, 07:30

L’assessora Dimaggio: «Lavinia aveva messo in atto tutte le misure». Nella rete anti violenza del territorio 400 casi

L'assessora con delega alle Pari Opportunità del Comune di Varese su quanto accaduto in via Menotti: «Lo sgomento è talmente tanto che non ci sono parole: serve un cambiamento culturale. La violenza di genere ha a che fare con l’idea stereotipata di uomo e donna, perciò lavoriamo sull’emotività e sull’affettività dei giovani. Porgo le condoglianze alla madre e moglie delle vittime». Nel 2023 sono centinaia le donne che si sono rivolte alla rete territoriale dei centri antiviolenza

Rossella Dimaggio, assessora del Comune di Varese con delega alle Pari Opportunità

Rossella Dimaggio, assessora del Comune di Varese con delega alle Pari Opportunità

«Lo sgomento è talmente tanto che le parole non ci sono, se le bocche restano chiuse menomale ancora i nostri cuori possono restare aperti».

Sono le prime parole che Rossella Dimaggio, assessora del Comune di Varese con delega alle Pari Opportunità, da anni impegnata nella lotta contro la violenza sulle donne, riesce a pronunciare a proposito dei fatti di cronaca avvenuti lunedì mattina, quando Marco Manfrinati ha sfregiato la ex moglie Lavinia Limido e ha ucciso il padre di lei, Fabio Limido (leggi QUI, QUI e QUI)

«Mi preme innanzitutto porgere le più sentite condoglianze alla moglie e madre delle vittime, da parte mia e dell’amministrazione tutta - afferma l’assessora - La violenza di genere è trasversale, colpisce ogni ceto e ogni dimensione e ha a che fare con l’idea di uomo e di donna stereotipata. Mi sento di dire che veramente un uomo violento non può cambiare».

Il Comune di Varese è ente capofila del coordinamento della rete territoriale antiviolenza, «ma se non avviene un cambiamento culturale non ce la facciamo a uscirne. Lavoriamo moltissimo su prevenzione, e bisogna continuare a lavorare sull’emotività e l’affettività dei giovani ragazzi e ragazze».

Nell’anno 2023, Dimaggio stima in circa 400 i casi in cui le donne si sono rivolte alla rete dei centri (che comprende più di cento Comuni) per denunciare tipi di violenza subita a diversi livelli.

«L’impegno è quotidiano rispetto a questi fatti, ma purtroppo, nonostante tutte le nuove legislazioni, il cambiamento deve essere culturale. Noi che lavoriamo nei centri antiviolenza abbiamo una consapevolezza di questo. Lavinia aveva messo in atto tutte le misure, perciò a una donna che si sente attaccata suggerisco di andarsene subito, al primo segnale, perché la violenza è di diverso tipo, non solo fisico, ma anche psicologico».

Lorenzo D'Angelo

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