L'Osservatorio Assosomm-Censis sul mondo del lavoro che cambia monitora periodicamente alcuni dei fenomeni più significativi dell'evoluzione del mercato del lavoro, con una particolare attenzione al lavoro in somministrazione.
Lo scopo è quello di cogliere quelle trasformazioni, a volte piccole, ma significative, che caratterizzano la fatica crescente nel far incontrare domanda e offerta di lavoro.
Negli ultimi anni abbiamo assistito a una rivoluzione copernicana per ciò che riguarda gli equilibri che regolano i rapporti di lavoro, passando dagli sforzi, soprattutto tra i giovani, per cercare lavoro, agli sforzi, degli imprenditori, per trovare i lavoratori.
«Ovviamente la situazione non è analoga in tutti i settori e per tutte le posizioni, né tantomeno per tutte le Regioni d'Italia - commenta il varesino Rosario Rasizza, Presidente ASSOSOMM - ma l'inversione è avvenuta ed è anche un'inversione culturale: i "candidati lavoratori" sono più selettivi che in passato e ciò non riguarda solo la retribuzione: si cercano lavori più gratificanti e meno ripetitivi. Fino a qualche anno fa, la grande spaccatura delle ambizioni professionali era tra lavoro "qualificato" e lavoro "non qualificato", oggi invece vengono riscoperti anche impieghi più legati alla manualità, lavori che, per mille ragioni offrono maggiori opportunità di realizzazione personale e che non di rado vengono "riqualificati" o modernizzati da chi li intraprende».
Questo cambiamento culturale non deve essere ignorato dalle aziende, che rischiano di perdere lavoratori capaci e motivati, attratti da altre aziende concorrenti, da proposte che meglio si ritagliano sulle aspettative dei giovani, aspettative che non si limitano ai fattori economici.
Fame di lavoratori - Ormai il 60% delle aziende lamenta una serie di difficoltà a reclutare nuovi lavoratori e il 50% lamenta un aumento delle dimissioni volontarie. I lavoratori ormai hanno capito la loro "forza contrattuale" (il 55% dei lavoratori è consapevole che nell'azienda in cui lavorano c'è scarsità di manodopera) e la fanno valere.
Insieme al CENSIS, ASSOSOMM ha identificato i 6 ingredienti che compongono la ricetta del "lavoro appetibile" da parte dei candidati:
1. Poter pianificare un progetto genitoriale. Oggi avere figli e poterli crescere serenamente non è facilmente conciliabile con il lavoro: questo sarà uno degli elementi decisivi per rendere il lavoro appetibile. Negli ultimi 5 anni le dimissioni volontarie di lavoratori appena diventati genitori sono aumentate del 54% e in 1 caso su 4 si tratta di padri.
2. Il lavoro non deve interferire più di tanto nella vita privata. Oggi il 35% dei giovani tende a rifiutare gli straordinari e non vogliono che il lavoro li "insegua" nella vita privata con mail o chiamate fuori orario.
3. Più tempo libero. Il 66% dei giovani già ha deciso che in futuro vorrebbe lavorare di meno.
4. Vicino a casa. Il 28% dei lavoratori preferisce un lavoro vicino casa meno soddisfacente, piuttosto che spostarsi e questo vale al nord come al sud.
5. Retribuzione. È una questione importante, ma non determinante: per il 38% dei lavoratori dipendenti la retribuzione attuale è sufficiente a realizzare le proprie ambizioni.
6. Poter contare. Ormai il bisogno di considerazione è un elemento essenziale per la soddisfazione professionale, anche per chi compie un lavoro nominalmente "non qualificato": l'86% dei lavoratori generici ritiene fondamentale sentirsi ascoltato e preso in considerazione.