Calcio - 19 aprile 2024, 18:59

IL COMMENTO. Ci sono un russo, un libanese e un americano che vogliono entrare nel Varese...

Piccola storiella di primavera: avete mai visto un milionario straniero avvicinarsi davvero al calcio biancorosso? È accaduto a Como perché il suo lago è conosciuto nel mondo ma nella Città Giardino il destino del pallone sarà sempre e solo nelle mani di chi conosce storia, magia e potenza della maglia e delle sue radici. È più facile che Rosati raddoppi, invece di lasciare, con nuove figure ai piani alti del club

IL COMMENTO. Ci sono un russo, un libanese e un americano che vogliono entrare nel Varese...

C'erano un libanese, un americano e un russo che volevano entrare nel Varese... La storiella si ripete con l'accostamento al club biancorosso di un imprenditore russo già finanziatore del settore giovanile del Lugano. Non entriamo neppure in argomento, né abbiamo bisogno di snocciolare nomi: basta ricordare la storia per fare la morale. 

Il pallone biancorosso racconta l'avvistamento del celeberrimo "libanese" ai tempi della retrocessione dalla serie B con fallimento incorporato: nonostante fosse stato accolto dagli applausi nella sala matrimoni del Comune, avevamo commentato il suo arrivo sulle pagine de "La Provincia di Varese" con una gigantesca foto di un cedro del libano senza aggiungere alcuna parola. Mai silenzio fu più profetico.

Ci fu poi un americano, onesta persona, che provò a dare una mano per quel che poteva alla società dopo la ripartenza del 2015 e la trionfale promozione in D. Nonostante l'"eccitazione" di qualcuno, la sua presenza ai tempi di Basile e Taddeo durò il tempo di una stella cadente nella notte di San Lorenzo.

Adesso tocca al russo, di cui non sappiamo nulla perché forse non c'è nulla da sapere. E alla morale.

Se il Como è a un passo dalla serie A dopo aver trovato sulla sua strada due tra gli imprenditori più ricchi del mondo, i fratelli indonesiani Robert e Michael Hartono, lo deve alla fama della città nel mondo per il suo lago. Varese e il Varese hanno "solo" un altro appeal: la forza delle radici e l'amore per una maglia dettato dalla storia e dall'afflato di gloria che qui da sempre si respira (da Anastasi a Pavoletti) a cui possiamo concedere la posizione strategica della città e l'inclinazione del club nel crescere talenti. E infatti - Colantuoni a parte, ma erano altri tempi - tutti i proprietari che hanno fatto le fortune del calcio biancorosso sono stati locali o, comunque, legati a una dirigenza sportiva del territorio anche molto tempo dopo Giovanni Borghi. Perché una proprietà straniera dovrebbe scegliere Varese e il Varese, che invece sono stati, sono e saranno sempre legati, e forse qui sta anche la loro debolezza, al tessuto locale e alle sue fortune?

È più facile che Rosati raddoppi, magari grazie al figlio Giovanni e alla sua vocazione calcistica, e a quelli che appaiono come nuovi e imminenti inserimenti ai piani alti della struttura societaria, comunque legati al territorio o all'insopprimibile attrazione esercitata da questi colori, rispetto all'arrivo di libanesi, americani, russi o indonesiani.

Chi vivrà, vedrà... 

Andrea Confalonieri


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