"Inamuras e spusass ai temp di nost vecc”: ultima puntata.
Insieme ad Antonio Borgato e Lidia Munaretti continua e si conclude il viaggio della Famiglia Bosina alla scoperta degli usi e costumi dei nostri avi riguardanti il matrimonio.
Siamo partiti dai primi approcci amorosi per arrivare proprio al fatidico giorno, quelle delle nozze. Ma cosa accedeva dopo, soprattutto alla sposa?
Il matrimonio era l’evento della vita per la donna nella società contadina, ma a volte l’evento portava con sé una grande disillusione: l’esistenza della sposa non cambiava, e ella passava dalla sottomissione alla famiglia d’origine a quella della famiglia dello sposo. Le donne erano destinate a gravi fatiche e avvizzivano velocemente.
Nella storia sociale lombarda la sposa, come tutti i membri della famiglia, doveva sottostare anche alla figura della regiùra, la donna più anziana del nucleo, la cui parola era legge per tutti: la regiùra al dis e ul regiùr ubidìs.
Ella era anche un’esaminatrice severa delle virtù casalinghe della nuora.
In generale le donne erano spesso costrette a sostenere il peso della famiglia, soprattutto qualora i mariti fossero costretti a emigrare per trovare lavoro lontano da casa.
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