"Inamuras e spusass ai temp di nost vecc”: settima puntata.
Insieme ad Antonio Borgato e Lidia Munaretti continua il viaggio della Famiglia Bosina alla scoperta degli usi e costumi dei nostri avi riguardanti il matrimonio.
Siamo arrivati al momento culminante della storia: il giorno del matrimonio, che si celebra prima in chiesa e poi in municipio (siamo infatti in tempi antecedenti al Concordato tra Chiesa e Stato).
In chiesa solo il rito del matrimonio: niente messa ad accompagnarlo. La giornata inizia con gli invitati che accorrono a casa della sposa, per accompagnarla in chiesa: prima però un sostanzioso aperitivo composto da pane, salame e vino.
Quindi via a corteo: davanti la sposa, con di fianco un uomo, solitamente il padre, che le porta lo scialle. In fondo lo sposo, con accanto una donna, solitamente la madre.
Breve cerimonia religiosa, poi via in municipio. Dopo il secondo rito, sosta all’osteria per una bevuta generale, poi rotta verso casa dello sposo per il pranzo di nozze, da cui sono curiosamente escluse le donne della famiglia della sposa (mentre al precedente pranzo dei confetti non partecipavano le donne della famiglia dello sposo).
Prima di pranzo la sposa viene condotta a visitare tutta la casa, per farle vedere che tutto quanto contrattato con l’intermediario prima dello sposalizio corrisponde a verità.
A questo punto inizia il banchetto, che va per il lungo, tra canti, balli, frizzi e scherzi degli amici degli sposi.
E dopo? Appuntamento alla prossima puntata.
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