La bellezza della vita, o almeno una delle cose più belle, è la sua capacità di continuare in un affascinante passaggio di testimone. Tra generazioni, tra professionisti, tra colleghi, e anche tra “firme”.
E quindi, quando Andrea Confalonieri mi ha chiesto di scrivere un commento su quella cosa pazzesca e anormale successa quest’anno a Varese dopo quella cosa pazzesca e anormale successa domenica a Masnago, a me è venuto in mente questo.
A me è venuto in mente il commento di Fabio Gandini (clicca e leggi QUI).
E mi è venuto in mente che niente di più bello si potesse scrivere. Che niente di più giusto e di più reale si potesse pubblicare. Che in quelle righe ci fosse davvero dentro tutto, perché sono state capaci di aggiungere brividi ai brividi, emozioni alle emozioni, lacrime alle lacrime.
Sono le parole della penna migliore che la Varese della pallacanestro possa vantare, uno che in un mondo normale scriverebbe per il Corriere della Sera, anzi sarebbe inviato speciale dell’Equipe come Philip Brunel forte come lui della capacità rara di dire tutto con poco.
Non potrei scrivere altro, dopo l’anno più bello dal 1999 a oggi reso ancora più bello dal modo in cui è finito. Ha già scritto tutto Fabio e l’ha scritto spinto dal talento, dalla passione, dalla necessità costante di mettere sulla carta quello che si sente nel cuore e nella pancia.
E torniamo alla bellezza del “passare testimoni”. Ho vissuto la Pallacanestro Varese per tanti anni e per tanti anni ho avuto l’onore di raccontarla: capendo poco o nulla di basket ma capendo tanto di uomini e storie. Per tanti anni la Pallacanestro Varese è stato qualcosa di vitale, e tutto ha mescolato come scrisse il grande Nick Hornby in Alta Fedeltà: “Dopo un po' ti si mescola tutto nella testa e non riesci più a capire se la vita è una merda perché l'Arsenal fa schifo o viceversa”. Poi, le strade della vita hanno preso orizzonti diversi, e molto è cambiato. Purtroppo o per fortuna.
Ho la presunzione, e me la tengo, di aver passato un testimone. E di averlo passato a Fabio. E leggendo quelle righe, penso che non mi sarebbe potuta andare meglio.
Forza Varese.