Il Piano di Indirizzo Forestale è stato presentato stamattina presso la sede della Comunità Montana del Piambello, ad Arcisate. Una sorta di piano regolatore dei boschi, che coprono il 62% dei 143 chilometri quadrati totali del territorio della comunità stessa, mirato quindi alla pianificazione di una parte importante e maggioritaria.
«C’è un governo del bosco - le prime parole del presidente di Comunità Montata del Piambello, Paolo Sartorio - Una tutela attiva del territorio forestale che viene rivalutato e visto come qualcosa che è continuamente vivo, si trasforma ed è soggetto all’arte della selvicoltura».
Il piano era stato presentato nel 2019 a Regione Lombardia, e la stessa lo ha approvato definitivamente il 17 aprile 2023, pochi giorni fa.
«In cento anni, laddove c’erano coperture forestali a zero, adesso siamo a coperture esagerate. Con questo piano vorremmo arrivare a dare diverse funzioni al bosco. Si vuole porre l’attenzione sulla selvicoltura, sulla questione idrogeologica e sul tema delle biomasse».
Dagli studi di Regione è emerso che nelle aree forestali sul territorio di Comunità Montana, se anche si tagliasse cinque volte tanto i boschi rispetto a ora, gli stessi boschi crescerebbero comunque del 2% all’anno.
«È un piano di indirizzo - spiega invece Guido Locatelli, coordinatore del gruppo che ha redatto il piano - Perché andando a intervenire su aree pubbliche e private dà indicazioni che poi devono essere sottoposti a iter autorizzativo. Abbiamo usi del suolo che possono essere diversi: forestale, agricoli, pascoli, prati...»
Il piano è partito da un censimento fatto sul territorio. Le attitudini che si vogliono dare al bosco sono di natura protettiva di versante, produttiva, naturalistica o talvolta multipla. Il piano ha una durata di 15 anni, e le sue indicazioni hanno un’importanza maggiore rispetto a quelle dei Comuni, che dovranno quindi allinearsi.
Tra gli altri effetti, il piano avrà quello di consentire l'accesso a finanziamenti europei a valere sul Piano di Sviluppo Rurale per imprese ed enti, finalizzato alla salvaguardia della coltivazione. Presenti stamattina, a questo proposito, i rappresentanti di Coldiretti e di Confagricoltura.
«Siamo in un territorio - continua Locatelli - in cui la selvicoltura è ancora vivace e produce un flusso di legna di 130/150 mila quintali all’anno. Diamo agli agricoltori la possibilità di accedere al Piano di Sviluppo Rurale perché riteniamo che l’agricoltura abbia una sua valenza. Semplificando l’iter, mettiamo gli imprenditori nelle condizioni di riportare i terreni nelle condizioni agricole originarie. Noi prevediamo che il piano possa portare cambiamenti con un tetto del 5% della superficie boschiva, cioè circa 400 ettari».
Nel piano sono stati inseriti anche interventi nelle logiche di reti idrauliche e di fasce parafuoco per la prevenzione degli incendi.
Il prossimo step (anch’esso inserito nel piano) per Comunità Montana del Piambello è la parte che riguarda la formazione del personale. A questo proposito, sono di prossimo avvio le operazioni che porteranno all’inaugurazione di nuovi spazi dedicato proprio a questo.




