Perché un lavoratore dovrebbe decidere di aprire un fondo pensionistico? Quali sarebbero i vantaggi? E, soprattutto, come aderirvi?
A queste domande hanno risposto Marco Compiani, consulente finanziario, e Raffaele Banfi, consulente previdenziale, durante una live mercoledì (22 marzo) in cui hanno approfondito il tema della previdenza complementare, «molto incentivata dalla legge: è importante crearsi un capitale per integrare la pensione».
Tanti sono, ad oggi, gli strumenti a disposizione dei lavoratori, siano essi liberi professionisti, artigiani o dipendenti.
«Gli imprenditori – ha specificato Banfi – che hanno anche a disposizione trattamenti previdenziali particolari come il TFM, Trattamento di Fine Mandato, dedicato ai soci amministratori delle aziende, i liberi professionisti e gli artigiani possono aderire ai fondi aperti, gestiti da banche o assicurazioni, i quali hanno una quotazione giornaliera oppure ai PIP, polizze stipulate da banche o assicurazioni che non prevedono quotazioni ma hanno la stessa validità dei fondi. Su entrambi è possibile versare i propri contributi volontari».
Per i dipendenti, invece, la scelta è tra «fondi chiusi o aperti, a seconda delle convenzioni aziendali. Inoltre, il dipendente può decidere di versare nel fondo il proprio TFR, Trattamento di Fine Rapporto, soluzione più vantaggiosa in termini di tassazione. Nei fondi chiusi, solitamente è previsto anche un contributo versato dall’azienda per conto del lavoratore. Oltre a questo, è possibile destinare al fondo anche parte del premio di produttività, se previsto dagli accordi aziendali, opzione interessante perché questa attività è defiscalizzata e detassata. I dipendenti che aderiscono al fondo pensione rappresentano un vantaggio per l’azienda che risparmia sul costo del lavoro circa il 18,5% e risparmia la rivalutazione del TFR in azienda, particolarmente onerosa da quando l’inflazione è aumentata»
Importante sono gli incentivi fiscali della previdenza complementare: i versamenti volontari sono deducibili dal reddito consentendo annualmente un corposo risparmio in termini di tasse.
È possibile programmare la previdenza anche per i propri figli e nipoti – «è meglio cominciare ad accumulare piccole cifre da subito, piuttosto che doverne accantonarne di più alte in seguito per coprire il gap previdenziale, senza contare che c’è meno ritenuta fiscale al momento della prestazione, più lunga è l’adesione a un fondo pensione, meno tasse si pagheranno» - così come anche chi sta per andare in pensione, o lo è già, può interessarsi a questa opportunità.
«In generale, si può decidere di investire in un fondo pensione con più linee di investimento, garantite, bilanciate o dinamiche. Più indicate per chi investe per periodi più lunghi, come i giovani, le linee con contenuto di azionario più elevato mentre a chi mancano pochi anni alla pensione e quindi con un orizzonte temporale ristretto è consigliabile una linea più prudente. Tuttavia, c’è la massima flessibilità, si può anche passare da una linea all’altra o combinarle».
«Infine – ha concluso Compiani – le modalità del versamento sui vari fondi. Se sono aperti, i versamenti possono avvenire una tantum a scelta dell’aderente senza obbligo oppure con periodicità mensile, trimestrale, semestrale o annuale. Se i fondi sono chiusi, di solito il versamento è mensile con possibili integrazioni aggiuntive».
Nella prossima diretta si parlerà delle prestazioni e delle modalità di ritiro parziale o totale del montante accumulato nel fondo pensione.
In attesa del prossimo approfondimento sulla previdenza complementare, potete rivedere la live di mercoledì 22 nel video qui sotto.