Nessuna donna “glamour” può fare a meno dei tacchi, indossati per ottenere l’effetto ottico di allungamento della gamba, dare risalto alla caviglia e maggior eleganza al piede. Uso che, in casa, non è consigliato per non arrecare disturbo alla quiete e al riposo delle persone che ne subiscono i rumori molesti.
Un lettore ci pone un quesito, che strappa un sorriso: «…Non so cosa fare con la vicina del piano di sopra che indossa i tacchi alle prime luci dell’alba e finché non esce per andare a lavoro: quel ticchettio mi crea qualche problema di irritabilità. Come posso tutelarmi?».
Gentile lettore, la pacifica convivenza scevra da buon senso - oltre al rispetto delle disposizioni di legge, che vietano di arrecare disturbo alla quiete pubblica - purtroppo, non è realizzabile se tutti i condomini non “collaborano”. E quando si affronta il problema del ticchettio delle scarpe necessariamente si devono affrontare, simultaneamente, ulteriori problemi quali la cattiva educazione delle persone, la capacità di propagazione del rumore da un appartamento all’altro e, anche, le caratteristiche dell’edificio e dai materiali con cui è stato costruito. Vizi di costruzione, quest’ultimi, che possono essere eccepiti entro il decimo anno dalla realizzazione dell’opera, e quando vengono rilevati solitamente è tardi.
Pertanto, si cerca di risolvere tentando un approccio collaborativo con il vicino, fallito il quale se non si intende insonorizzare il proprio appartamento si deve ricorrere al competente giudice per ottenere tutela. Intanto la norma che disciplina i rumori nei condomini è l’articolo 844 cc, che distingue tra rumori leciti (che rientrano nella normale tollerabilità) e quelli intollerabili da ritenersi illeciti: sarà il giudice a stabilire quale rumore possa considerarsi tollerabile e quale no, sulla base di alcune informazioni come la durata dei rumori, l’entità degli stessi, l’orario in cui il rumore si diffonde, la collocazione geografica dell’appartamento.
Sulla base di tali elementi, il tribunale valuterà se il rumore lamentato possa dirsi intollerabile o meno e conseguentemente condannare il responsabile a interrompere le condotte moleste. È possibile, altresì, chiedere il risarcimento del danno, danni che vanno dimostrati e provati. Nel caso di scarpe ci si deve valere o di una perizia fonometrica o della testimonianza di terzi. Solo così può ottenersi la condanna del vicino all’uso delle pantofole.
IL PROGETTO “L’ESPERTO RISPONDE” A CURA DI CAMERA CONDOMINIALE VARESE
“La cultura è alla base della società, rendendoci indipendenti, liberi e spingendoci al ragionamento ad avere buon senso”. E in questo contesto di Welfare State, inteso come sistema sociale diretto a garantire la sicurezza e il benessere dei cittadini, che si inserisce il percorso intrapreso dalla Camera Condominiale di Varese, in persona del direttore generale Andrea Leta.
Una visione futuristica “de la compropriété”, come direbbero i cugini d’Oltralpe, quella della Camera Condominiale locale. Visione favorevolmente accolta anche dall’Unione Nazionale Camere Condominiali, presieduta dall’avvocato Michele Zuppardi, il cui fine è promuovere la ricerca, lo studio e la formazione di base e permanente nel campo del diritto, della tecnica, dell’amministrazione e più in generale della gestione del condominio e diffonderne risultati e di altre attività indicate nello Statuto.
La sede di Camera Condominiale Varese è situata in viale Ticino 24 a Gavirate. Per tutte le informazioni sono a disposizione la mail info@cameracondominialevarese.it, il numero di telefono 0332629323, il sito internet www.cameracondominialevarese.it e la pagina Facebook @CameraVarese.
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