Economia - 20 gennaio 2023, 07:00

Exploit di imprese digitali nel 2022. L’importanza di essere online

Raddoppiano secondo DigitalMeet le aziende di e-commerce in Italia, un dato che si estende anche all’Europa

Foto di Kindel Media

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Raddoppiano secondo DigitalMeet le aziende di e-commerce in Italia, un dato che si estende anche all’Europa, visto che il 60 per cento della popolazione acquista prodotti e servizi online.

Il boom dell’e-commerce e dei servizi prosegue a ritmi serrati, in Italia come in Europa. Del resto, la globalizzazione dei consumi e la facilità di accesso, tramite la Rete, anche a marketplace e piattaforme straniere, fa sì che l’analisi dei dati emersi dalle varie ricerche siano uniti da una forte interdipendenza.

Ne consegue che sono sempre di più le aziende che investono per assicurarsi una presenza ottimale online, tra costi di marketing, partnership strategiche, affiliazione a piattaforme di vendita e intermediazione, a partire da quelle compara-prezzi e di couponing.

La questione riguarda non soltanto le aziende conosciute, con più disponibilità di budget da investire nel marketing, ma anche le startup e le piccole e medie imprese, così come alcuni comparti di servizio particolarmente trainanti nel digitale.

Se si viene ai dati delle ricerche, la prima, che riguarda nello specifico l’Italia, è quella di Università di Padova e Infocamere, diffusa durante il decimo Digital Meet, secondo cui nel Belpaese, tra il 2012 e il 2022, sono nate più di 42 mila aziende online, registrate come servizi software, e-commerce o servizi digitali. La spinta più forte si è avuta tra il 2020 e il 2022, con un raddoppio dei ritmi di crescita, pari oggi a 7500 imprese in più ogni anno.

I settori più in voga, secondo l’analisi di Statista, sono l’alimentare e le bevande, la salute e la bellezza, l’elettronica di consumo e i media, con un forte impatto, specie dopo il lockdown, del comparto entertainment, dalle tv on-demand al gioco a distanza legale, passando per gli acquisti finalizzati ad attività di tempo libero e sport.

Passando ai dati europei, il 60 per cento della popolazione dichiara di acquistare online, una stima confermata dagli ultimi dati relativi a un fatturato di 732 miliardi di dollari.

Difficile, dunque, per le aziende di ogni genere e dimensione, non percorrere la sfida del digitale, soprattutto in alcuni settori.

Nel caso dei prodotti di largo consumo, il 45 per cento delle aziende coglie l'opportunità dei marketplace, che offrono grande visibilità in mercati internazionali, da Amazon a Alibaba, passando per Zalando e eBay.

Nel panorama dei servizi, forte è la ripresa del turismo, il cui rilancio è stato proprio guidato dall’e-commerce, con un fatturato di 26,1 miliardi nell'anno appena trascorso, grazie anche all’impatto di piattaforme come Trivago, TripAdvisor, Booking.com e AirBnb (i dati provengono dall’Osservatorio Innovazione Digitale della School of Management del Politecnico di Milano). Anche il gioco legale a distanza prosegue i suoi ritmi di crescita costanti (il 22 per cento, nel 2022, in Italia), con un dato che in Europa ha addirittura superato i livelli pre-pandemia, secondo European Gaming and Betting Association: in questo comparto gli operatori storici - ad esempio in Italia, quelli con licenza ADM - hanno potuto superare il blocco delle chiusure forzate grazie all’online, mentre altri concessionari, come i casinò online Svizzeri, hanno potuto offrire giochi a distanza nel proprio paese soltanto dopo la liberalizzazione introdotta dalla Legge Federale.

Andando oltre la categoria “intrattenimento”, a trovare ampio slancio dalla presenza online sono stati anche i corsi di formazione a distanza e le videolezioni, estesi alle materie più varie e disparate, grazie anche a piattaforme dedicate come Udemy e 24ORE Business School: si prevede che questo settore, entro il 2025, raggiungerà un giro d'affari di 325 miliardi di dollari.

Tra le novità di “servizio” introdotte dall’e-commerce e dai canali a distanza, un altro trend è quello delle consulenze mediche e legali via web, ma esistono anche servizi come “Cup Solidale” che funzionano come piattaforme di instant booking, presso cui prenotare visite specialistiche in ambulatori vicino al luogo di residenza.

Ecco dunque che la presenza online per le aziende e per i professionisti 2.0 diventa anche un modo per venire incontro alle esigenze di risparmio di clienti e utenti: lo conferma anche il comparto farmaceutico, dato che le farmacie online autorizzate dal Ministero della Salute sono 670, con un aumento annuo del 33 per cento.

All'interno dei siti del settore farmaceutico e parafarmaceutico gli utenti possono acquistare prodotti che non richiedono prescrizione medica, spesso a prezzi vantaggiosi, e talvolta con l'opzione dei punti di ritiro sul territorio.

Sì, perché se è vero che la presenza online è fondamentale, questa spesso non fa che dare supporto alle attività terrestri o “in loco”. Questo vale sia per le grandi aziende, che possono contare sulle catene di distribuzione e sui punti vendita fisici che, soprattutto, per le piccole imprese, gli artigiani, i professionisti.

Grazie al web, con un particolare riferimento al canale promozionale delle piattaforme social e delle pagine sponsorizzate, anche un piccolo negozio/attività nato da poco in città può raggiungere un target di pubblico mirato.

Lo stesso vale per l'affiliazione alle piattaforme di gruppi di acquisto, come Groupon che, a fronte della percentuale trattenuta, offre una vetrina non indifferente, assicurata da un elevato volume di traffico sul portale, ma anche dalla possibilità di ottenere coupon per prodotti e servizi scontati, da utilizzare presso i negozi e le sedi più vicine al consumatore.

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