Territorio - 29 settembre 2022, 17:51

La Scala, il lago e Luino piangono la scomparsa di Gabriele Tenneriello

Il celebre artista classe 1939, che si è spento nei giorni scorsi ha calcato per ben 500 volte dal 1959 al 1993 il palcoscenico del famoso teatro ha sempre trascorso, sin da bambino, le sue vacanze sul Maggiore. Da diversi anni viveva a Colmegna, nel cui cimitero è stato sepolto

Gabriele Tenneriello in una foto da Luinonotizie.it

Gabriele Tenneriello in una foto da Luinonotizie.it

Nel giorno delle sue esequie, il Teatro alla Scala ricorda Gabriele Tenneriello, mancato il 22 settembre scorso, come si legge in una nota pubblicata sulla pagina Facebook del "tempio" della cultura milanese e mondiale.

Classe 1939, diplomato alla Scuola di Ballo del Teatro alla Scala, del Teatro l’artista ha calcato il palcoscenico per oltre 500 volte tra il 1959 e il 1993, sia come ballerino e mimo, sia come realizzatore delle azioni mimiche in alcuni spettacoli.

Gabriele era ormai residente a Colmegna da diversi anni nella sua villa in via Berra, dove si è spento la scorsa settimana. Nel cimitero di Colmegna, località di Luino, dove riposano anche i genitori ha voluto essere sepolto.

«A Colmegna dove trascorreva le sue vacanze fin da bambino è stato sempre legato», ricorda il presidente dell’ANPI Luino, il professor Emilio Rossi, con il quale ha partecipato anche all’intitolazione del lungolago di Colmegna al professor Guido Petter, la scorsa estate.

È stato protagonista in Pulcinella di Leonid Massine (1972) e di Petruška di Fokin (tra il 1972 e il 1982); interprete della Czarda ne “Il lago dei cigni” per 83 volte tra il 1973 e il 1982 nelle coreografie di Petipa/Ivanov/Field e Beriozoff, in importanti balletti ha espresso la sua specializzazione nei ruoli da caratterista, come il clown in “La strada di Pistoni” (per 30 volte tra il 1966 e il 1984), uno dei giullari in “Romeo e Giulietta” di John Cranko (tra il 1968 e il 1972) il nonno in “Lo schiaccianoci” (tra il 1969 e il 1980); Coppelius in “Coppelia” di Enrique Martinez (tra il 1972 e il 1978) e Sancho Panza in “Don Chisciotte” di Rudolf Nureyev (1980).

È stato anche impegnato in titoli d’opera, sia come interprete – Pagliaccio nell’opera Pagliacci di Leoncavallo nel 1981, 1987 e 1993 – sia come realizzatore delle azioni mimiche, per Cavalleria rusticana (1981), Pagliacci (1981, 1987, 1993), Aminta (1984), Il conte di Carmagnola (1985).

Nel 1985 gli ultimi spettacoli a cui ha preso parte: Romeo e Giulietta (Il principe di Verona e Frate Lorenzo) alla Scala e Don Abbondio ne I promessi sposi all’Università Statale di Milano (Ca’ Granda).

 

Da Luinonotizie.it

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