È mezzanotte inoltrata, non prendo sonno.
Apro Facebook e mi trovo un video di Ezio Macchi, anche lui ormai un’icona biancorossa.
Il buio del piazzale viene illuminato dalle luci del pullman in arrivo, si accendono i fumogeni. Siamo tornati.
Il primo a scendere è Stefano Pertile, che abbraccia tutti, è incontenibile la gioia. Tocca poi alla squadra, tanti ragazzi sono quasi intimiditi dall’accoglienza festante, riprendono i loro tifosi, la loro gente, con il telefonino. Partono i cori, si scatenano tutti: il risultato è un unico immenso abbraccio sincero, come avessimo appena segnato un gol.
Parte un coro per Gazo, altro simbolo di questo Varese, uno per mister Porro, un predestinato. Stefano Amirante defilato si gode gli abbracci e i cori, quasi incredulo: abbiamo vinto i playoff.
Pippo Casella grida “Neto”, che bell’abbraccio pieni di ricordi storici e di desiderio di viverne di nuovi: la storia del Varese è bellissima, ma ora sembra proprio il momento di scrivere nuove pagine.
Questo video è il manifesto della felicità di un popolo che dopo anni di buio ha ritrovato la luce, pur non avendo mai perso l’orgoglio e la sua identità, che racchiude in un canto: “Sono Varesino e me ne vanto”.
Allora è vero, siamo proprio tornati, ora sì che posso andare a dormire, con un sogno nel Cuore.




