![VIDEO. Matteo Bianchi a "Frontaliere Sicuro": «La crisi internazionale deprime i mercati, anche quello svizzero»](https://www.varesenoi.it/fill/1024/528/fileadmin/archivio/varesenoi/WhatsApp_Image_2022-04-23_at_10.27.40.jpeg "VIDEO. Matteo Bianchi a "Frontaliere Sicuro": «La crisi internazionale deprime i mercati, anche quello svizzero»")
Seconda tappa dell’iniziativa “Tour Frontaliere Sicuro”, stamattina presso il cinema MIV di Varese. Presente come ospite, il deputato varesino della Lega Matteo Bianchi.
Il club ticinese ha, dal 2018, lo scopo di tutelare i lavoratori frontalieri e tenerli informati su imposte, tutele legali, consulenze assicurative e diversi altri aspetti.
Numerosi i temi affrontati durante l’incontro: il sistema previdenziale, i diritti dei lavoratori e le imposte di tassazione.
Oltre al creatore del club Frontaliere Sicuro, Mattia Cavallini, presente il commercialista Andrea Bottoni, esperto del settore, e il deputato Matteo Bianchi.
Proprio il parlamentare varesino si è soffermato sull’aspetto spinoso della doppia imposizione tra Italia e Svizzera: «Un tema di cui si parla da parecchi anni, che doveva essere affrontato con un accordo tra Italia e Confederazione Elvetica, e che in questa legislatura ha trovato un equilibrio che garantisce coloro che già hanno una posizione da frontaliere, che poi farà partire questa nuova imposizione, presumibilmente da inizio 2023».
L’incontro è stato aperto dal fondatore del club. «Le tematiche più spinose per i frontalieri - dichiara Mattia Cavallini - sono oggi quello che è il diritto del lavoro, soprattutto la fiscalità, soprattutto in virtù dei cambiamenti legislativi che arriveranno dal 2023 con questo accordo della doppia imposizione»
Infine, Matteo Bianchi offre una riflessione sulla situazione internazionale e sulle possibili conseguenze sui mercati, anche quello svizzero: «I temi più spinosi sono quelli che riguardano anche il mercato italiano: la problematica della crisi internazionale, delle tensioni geopolitiche, che purtroppo deprimono tutto il dinamismo dei mercati del lavoro, e ovviamente anche quello svizzero. Lo spauracchio del tornare a una sorta di economia mondiale gestita a blocchi chiaramente spaventa chi vuole fare investimenti e le aziende, e quindi riverbera sul mondo del lavoro».
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