Non è il solito negozio quello di Paolo Ambrosetti, è di più, un concentrato di idee e tecnologia applicata alla vendita e alla conoscenza dei prodotti, perché il titolare è un imprenditore al passo con i tempi e l’evoluzione del mercato, e qualche volta addirittura li anticipa.
La Valigeria Ambrosetti è lì da 92 anni, in via Mazzini 6, fondata nel 1930 da Emma Gottardi per «la fabbricazione e il commercio al minuto di borse per la spesa e ombrelli». Emma, nata in Algeria nel 1886, sposò poi Enrico Ambrosetti, e dall’unione nacque Giancarlo che portò avanti la ditta negli anni difficili della guerra.
Lo scrive il vulcanico Paolo, 50 anni, quarta generazione Ambrosetti, piglio manageriale e visione grandangolare del mondo del commercio, tutte cose che ha messo in un fortunato libro intitolato appunto “Non il solito negozio”, pubblicato con Bookness, una sorta di “manuale delle Giovani Marmotte” per tutti i commercianti che vogliano affrancarsi dal solito modo di vendere e trattare con clienti e fornitori.
Paolo racconta la storia della valigeria, ma anche la sua fatica per convincere i genitori a cambiare il modo di approccio con i clienti e a diventare social, cosa che lui ha fatto, dal 2008, compiendo una sorta di rivoluzione, estetica - con il rinnovamento totale del negozio - ed etica, con la piena adesione al mondo dell’e-commerce e il cambio di rotta anche nella vendita diretta, con una nuova educazione delle commesse, diventate quasi delle influencer.
«Il mio è una sorta di manuale di sopravvivenza per i commercianti, e indica la strada per il cambiamento, le nuove tecniche di vendita. Mi sono specializzato in quella sui social e su Whatsapp, e la insegno anche a Varese Corsi e, online, all’Università del Marketing. Ho un blog denominato “Valigeria Ambrosetti” che gestisco in toto, e il mio libro lo possono leggere un esperto di marketing, il collega commerciante ma anche i clienti e i fornitori, che ho ringraziato uno per uno. L’editore Bookness poi, mi ha consigliato di aggiungere qualche capitolo inerente al mio lavoro, suggerendomi l’intervento finale di Giulio Moretta, il maggior esperto italiano di contraffazioni. La prefazione è invece di Stefania Pinna, volto noto del Magazine Sky Tg 24», dice Paolo Ambrosetti, che in negozio lavora insieme alla moglie Michela e alla commessa, influencer e modella Federica Perucchetti.
«I primi capitoli li ho scritti durante il lockdown, dopo un corso di coaching umanistico con Luna Tovaglieri per imparare a lavorare in maniera più armoniosa. Strada facendo il libro prendeva forma, e online postavo i capitoli creando molto interesse e attesa. Solo vedendo la bozza di copertina, in molti volevano già acquistarlo e adesso che è disponibile le richieste sono molte. Dopo la presentazione fatta alla Camera di Commercio, sono stato invitato a proporlo anche in biblioteca, e amici, conoscenti, clienti e fornitori ne vogliono una copia», dice Paolo, geometra, commesso nei negozi Invicta di Milano, poi responsabile del negozio in franchising del marchio, in via Ugo Foscolo a Varese, prima di entrare in azienda con i genitori.
Il commerciante è un vulcano di idee: sul suo canale Youtube “IT-BAG in 30 secondi”, posta video della durata di mezzo minuto in cui lui e la moglie Michela illustrano i prodotti. Ma c’è di più, perché Ambrosetti si è inventato addirittura delle sit-com ambientate in negozio, con gli articoli protagonisti, mentre a Federica dedica dei mini-spot pubblicitari in cui la ragazza indossa e mostra le diverse borse.
Scrittore di copioni, scenografo, attore e regista, l’erede della dinastia di commercianti varesini ha tempo anche per i ricordi.
«Il primo negozio di Emma aveva soltanto due vetrine, ma era in una zona strategica, perché lei, antesignana dell’orario continuato, aveva capito che poteva contare sulla clientela degli operai dei vicini calzaturifici che a mezzogiorno uscivano a mangiare dirigendosi di solito verso piazza della Repubblica. Suo figlio Giancarlo giocava nel Varese sul vecchio campo sportivo dell’Ippodromo e ritornava a piedi in negozio con gli scarpini riposti in una delle borse cucite a mano da sua mamma, facendo pubblicità alla loro attività come un moderno influencer. Il nonno aveva anche una fabbrica a Casbeno dove si confezionavano le valigie in fibra, ma poi la abbandonò per motivi di salute, e oggi forniamo soltanto il servizio di riparazione per borse e trolley».
Gli anni d’oro della Valigeria Ambrosetti, come recitava l’insegna del negozio negli anni ’50, sono stati quelli del boom economico, quando Lorenzo, padre di Paolo, prese in mano la ditta ristrutturando per la prima volta il negozio, aiutato dalla moglie Maria che si occupava dell’amministrazione. Oggi Paolo ha trasformato la vecchia bottega in un’attività digitale, aiutato da Michela che forma lo staff, da Federica e, nei momenti di maggior lavoro, di Matilde, altra commessa multitasking.
«Il nostro core business è la borsa da donna, la valigeria è oggi più marginale. Vanno molto gli articoli di Alviero Martini, Orciani e Borbonese, ditte che sono attente anche all’ambiente con tecniche di lavorazione non inquinanti e un originale trattamento delle pelli. Il bauletto è un articolo sempre gettonato, ma anche le mini-bag, dove le ragazze mettono cellulare e chiavi, vanno parecchio», aggiunge Paolo, ex portiere del Bosto, che ha due fratelli, Marco, il maggiore, primario di cardiologia a Sant’Angelo Lodigiano, e Giancarlo, carabiniere ad Alassio, e due figli, Matteo e Gaia.
Da sempre tifosissimi del Varese Calcio, gli Ambrosetti, ai tempi di Fascetti e del sogno della serie A, affittavano ai giocatori l’appartamento sopra il negozio: «Michelangelo Rampulla abitava da noi. Nel pre partita, il mister raccomandava di rimanere chiusi in casa, ma lui e altri compagni di squadra, innervositi dall’attesa, facevano palle di carta che gettavano dalla finestra proprio sulla soglia del negozio, facendo imbestialire mio papà. Per il Varese di Rosati e Sannino, invece, realizzammo una serie di trolley personalizzata, di colore bianco con lo stemma in rosso della squadra. Per il basket cittadino gestiamo l’accoglienza sui divanetti del parterre con l’aiuto di hostess scelte da noi. Qui viene Roberto Maroni, il senatur ogni tanto faceva capolino, Enrico Brignano acquistò delle valigie e da allora è cliente affezionato, e quando Marotta passa da Varese entra in negozio e chiede di papà».
Paolo il social non si ferma un minuto, del resto time is money, e lui ha saputo coniugare il passato con il presente, mettendo la sua customer experience al servizio di tutti.

















