"Lieti nella speranza”; è questo il messaggio scritto in lettere blu e gialle che si può legge sulla cinta di un’abitazione di fronte all’oratorio Santo Stefano. Un messaggio che ben testimonia il clima che era possibile respirare sabato 26 marzo, durante l’incontro tra i volontari e alcune famiglie che hanno trovato ospitalità ad Olgiate Olona.
È la speranza, infatti, quella che lega i volontari della rete di solidarietà che si è attivata sul territorio olgiatese e le persone che hanno lasciato la propria casa per trovare rifugio in paese; la speranza che la situazione si risolva presto, che il conflitto cessi, che torni la pace e che chi ha lasciato le mura domestiche possa farvi ritorno per riabbracciare i propri cari.
«Le 42 persone che sono state accolte dalle famiglie olgiatesi – spiegano Maura e Katia, volontarie storiche della protezione civile – sono tutte madri in compagnia dei loro bimbi e di parenti molto giovani. I ragazzi con più di 18 anni e gli uomini sono rimasti in Ucraina, e il loro desiderio più grande è quello di poter tornare a casa in sicurezza per potersi riunire a chi si trova ancora nei territori colpiti dal conflitto». La scelta di lasciare parte della propria famiglia per garantire ai più giovani la sicurezza e la serenità per vivere e crescere non è stata facile per queste madri, ed è per questo che la comunità olgiatese si è voluta stringere intorno a loro per cercare di farle sentire il più a casa possibile. «A nome dell’amministrazione e di tutte le realtà che si sono unite per formare la rete di solidarietà che oggi è qui assieme a voi voglio darvi il benvenuto – commenta l’assessore Mauro Carnelosso – e voglio dirvi che faremo del nostro meglio per accogliervi, farvi sentire, per quanto possibile, a casa e per farvi vivere il tempo che passerete ad Olgiate nella maniera più serena possibile».
Per fare in modo che queste famiglie possano vivere in serenità, però, è necessario fare in modo che non debbano preoccuparsi di come provvedere a reperire il necessario per mantenersi e nutrirsi; è qui che entrano in gioco le associazioni del territorio che, insieme all’amministrazione e alla parrocchia, si stanno occupando di tutte le necessità materiali dei profughi ucraini mettendo in campo tutta una serie di iniziative.
L’ultima, ma sono in ordine temporale, è quella del gruppo Alpini olgiatese, che ha deciso di vendere tavolette di cioccolato incartate a mano dai volontari e da alcune mamme ucraine durante l’incontro in oratorio. Il ricavato di questi dolci, stati avvolti con amore in carte sulle quali sono stampati messaggi di pace e di speranza, andrà interamente a sostenere i bisogni di chi ha trovato accoglienza presso le famiglie olgiatesi.
«Quello che stiamo facendo insieme in queste settimane – conclude don Giulio Bernardoni – è un cammino verso la pace; ogni passo che compiamo insieme ci avvicina alla pace, alla normalità; con l’aiuto di Dio la risoluzione di questo conflitto è possibile, ed è per questo che ci affidiamo a lui perché vegli su di noi qui e sui nostri cari che in questo momento sono lontani».
L’incontro si è concluso con la recita del Padre Nostro durante la quale italiani e ucraini hanno pregato nello stesso momento ognuno nella propria lingua, a testimoniare l’unione e l’amicizia nata tra questi due mondi. Dopo le foto di rito, poi, i bambini di Olgiate hanno coinvolto i nuovi arrivati per giocare insieme all’interno del cortile dell’oratorio, e le loro risate allegre hanno fatto dimenticare per un attimo agli adulti presenti le difficoltà che stiamo attraversando.