Le foto servono, ma è più importante capire cos’è stata la Shoah. Questo il motivo che ha spinto l’amministrazione comunale di Gorla Minore a mettere a punto una mostra sull’Olocausto nella palestra della scuola media Manzoni. Da lunedì 7 per una settimana, fino a venerdì 11 febbraio, una ventina di pannelli fanno scoprire come fossero Auschwitz, i forni crematori e le torture dei campi di concentramento, ma soprattutto raccontano testimonianze.
Titolo della mostra, realizzata dall’associazione Figli della Shoah con il contributo di Proedi editore ed Esselunga: “Destinazione Auschwitz”. L’obiettivo, sensibilizzare sul delicato tema della Shoa e della discriminazione razziale i ragazzi della scuola media. Non mancano agganci alla situazione attuale di discriminazione sociale.
«Si tratta di una mostra molto pacata – commenta l’assessore alla cultura Annalisa Castiglioni – e anche molto discorsiva. Le foto mostrano come fosse Auschwitz, ma soprattutto una narrazione fatta attraverso testimonianze tra cui quella di Liliana Segre. È importante far comprendere ai ragazzi come si è arrivati all’Olocausto. Dunque le foto servono, ma è più importante capire perché è stato. La scuola si preoccupa di preparare i ragazzi per introdurli alla giornata della memoria e noi come amministrazione abbiamo voluto dare una mano. Insomma una mostra che vale la pena essere vissuta dai ragazzi. È molto incisiva e va a cogliere nel segno. Deve essere un qualcosa finalizzato a ricordare, nella prospettiva di ragazzi dagli 11 ai 14 anni».
L’esposizione si sarebbe dovuta organizzare in una sala comunale, «però per problemi di lettura del green pass – precisa l’assessore – abbiamo preferito allestirla a scuola, proprio per non escludere i ragazzi non vaccinati, in modo tale che i ragazzi possano restare nel loro ambiente».




