Non ci crede nessuno, ancora: Erica uscirà dalla farmacia con il suo sorriso e saluterà, andrà a pulire i boschi, si prenderà cura dei suoi concittadini e organizzerà qualcosa per gli animali sfortunati.
Un anno dopo manca, eppure c'è
È quanto si attende in fondo ogni samaratese, passando vicino al luogo dove lavorava o a quelli dove si prodigava comunque per gli altri. Dove sprigionava la sua luce e la sua generosità. E in un certo senso, dicono tutti, è così: perché molto è stato fatto in ricordo della dottoressa Erica Mosca e del suo compagno Lorenzo Landenna, travolti da una valanga all'Alpe Devero. Un anno fa oggi l'incidente, poi l'allarme e il giorno dopo le ricerche che purtroppo si conclusero con la notizia più triste.
Una ferita profonda per tutta la comunità. Da allora, tante iniziative sono state portate avanti in nome di Erica: una panchina in città, un faggio in sua memoria, e ancora le panchine all'Alpe Devero, un libro... Ma quante altre cose silenziose sono state realizzate e anche questo è un segno di Erica.
Il sindaco Enrico Puricelli non nasconde il dolore, forte come un anno fa: «Manca tantissimo. Con Erica c'era un rapporto di amicizia e nel periodo della pandemia la chiamavo, per un consiglio, un confronto... Mi ricordo quel giorno in cui ero solo in Comune e lei era fuori dalla farmacia. Mi disse: "Vengo a trovarti io". Ieri ero alla presentazione del libro dedicato a lei e ho incontrato papà Nando, è stata un'emozione... Anche suo fratello Matteo, una persona squisita».
La sua energia e i doni in silenzio
Tra i segni visibili, c'è appunto un faggio in onore di Erica davanti alla farmacia, «ma lei è sempre con noi - prosegue Puricelli - Quando passi lì, non pensi che a lei, la vedi fuori che pulisce il marciapiede e saluta... Poi il suo amore per gli animali. Nel secondo mandato di Tarantino, lei era presidente della commissione animali e io assessore, quanto si occupava soprattutto dei gatti. E quante opere di beneficenza, tanta gente contava su di lei. Aveva un cuore d'oro e faceva molto in anonimato».
Anche Iuri De Tomasi, responsabile operativo dell’associazione Genieri della Protezione civile di Samarate, è difficile pensare che Erica non ci sia più: «Se penso a come si è prodigata per andare in Svizzera e portare le mascherine alla popolazione. Non muore chi viene ricordato, lei è ancora con noi. Anzi, si promuovono ancora più iniziative... Bisogna portare avanti con tutta la sua energia, non disperderla. Sì, la sua energia deve stimolarci a realizzare i progetti in cui credeva».