Gallarate - 15 gennaio 2022, 13:51

Gallarate, “Salviamo gli alberi” torna a farsi sentire

Nel mirino, di nuovo, la sistemazione di piazza Giovanni XXIII, dopo che il Tar ha respinto il ricorso del comitato. I rappresentanti che si opponevano al taglio di otto piante: «Ci è stato riconosciuto il titolo per ricorrere. Da esponenti dell’Amministrazione comunale dichiarazioni scorrette a arroganti». Annunciate in conferenza stampa nuove iniziative

La piazza antistante la stazione ferroviaria durante i lavori di riqualificazione

La piazza antistante la stazione ferroviaria durante i lavori di riqualificazione

Accettano e rispettano la sentenza del Tar che ha accolto le ragioni del Comune ma, allo stesso tempo, ritengono doverosa una serie di precisazioni. E rilanciano la propria azione annunciando nuove iniziative a favore del verde. Sono i rappresentanti del comitato gallaratese “Salviamo gli alberi” che si sono battuti per evitare il taglio di otto piante connesso alla riqualificazione di piazza Giovanni XXIII. Una battaglia da cui sono usciti sconfitti (il tribunale amministrativo ha respinto i 14 punti che componevano il loro ricorso). Disapprovano, però, alcune reazioni alla sentenza.

Nella conferenza stampa odierna, su piattaforma informatica, si sono alternate soprattutto le voci di Filiberto Zago, Laura e Olivia Pastorelli. Partenza affidata alla considerazione in base alla quale il giudice si è espresso sul piano giuridico del ricorso, non sul progetto della piazza in sé. «Al di là di questo – si osserva - condanniamo l’atteggiamento tenuto da esponenti dell’Amministrazione comunale, con dichiarazioni  scorrette e arroganti. Si è anche chiesto di mettere sui giornali i nomi dei ricorrenti. Noi ci mettiamo la faccia ma sembra che ci sia un certa volontà di intimidire. Alla fine eravamo in 25 e abbiamo raccolto quasi 800 firme on line. Cittadini che, sia chiaro, hanno espresso un loro diritto».

Ulteriori “puntini sulle i”: «Ci sono due richieste del Comune che il Tar non ha accolto. Intanto è stato riconosciuto al comitato il titolo per ricorrere. In secondo luogo gli avvocati hanno chiesto che le spese processuali venissero assunte dal solo comitato, mentre la sentenza stabilisce la ripartizione. Quanto ai 14 nostri rilievi non accolti, siamo nel campo della normalità. Se ne fosse stato riconosciuto anche solo uno, si sarebbe dovuto riconoscere l’intero ricorso».

Sullo stato degli alberi abbattuti: «La perizia pagata dal comitato, che il Tar non cita, dice che gli alberi erano sani. Ed è stata riconosciuta come valida dallo stesso Comune, lo si legge in alcuni passaggi della documentazione presentata dall’Ente. Le piante sono state eliminate solo perché incompatibili con il progetto di riqualificazione». Ancora: «Il regolamento del verde prevede la protezione delle piante durante i lavori, non ci pare che questo sia avvenuto».

Infine, una questione procedurale e il nodo politico. La prima: «Può una delibera a contrarre seguire la selezione degli operatori? Certi passaggi sono importanti, fra l’altro, per prevenire la corruzione. Che non si sarà verificata in questo caso ma è chiaro che si aveva fretta per ragioni di campagna elettorale. Noi richiamiamo a un rispetto rigoroso delle norme».

Chiusura: «Abbiamo sempre detto che quella piazza era da sistemare. Ma si potevano salvare alberi pluridecennali. Il danno ambientale dato dall’impoverimento della vegetazione verticale, sostituita con piantine che richiedono molta manutenzione, va valutato nel tempo. Di certo, l’aumento della superficie non naturale, con il nuovo corridoio centrale della piazza, avrà un impatto sulle temperature. Inoltre l’area è, oggi, meno fruibile, è  un luogo di passaggio con pochissima ombra. Perfino le sedute sembrano fatte per tenere le persone lontane le une dalle altre, grazie ai divisori. Panchine d’epoca Covid, viene da pensare».

Il comitato, comunque, non si ferma e annuncia nuove iniziative: «Abbiamo chiesto accessi agli atti su altri punti della città, per esempio corso Leonardo Da Vinci. In generale, affermiamo un criterio importante: gli alberi sono una risorsa, un patrimonio, un bene comune, non devono essere trattati come oggetto di mero arredo. Hanno un valore ambientale che si traduce in valore economico».

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Stefano Tosi

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