Territorio - 18 dicembre 2021, 10:11

La nuova sfida di Mario Favini: partecipare alla cronometro ultracycling più dura del mondo sulle Dolomiti

Il super ciclista di Sesto Calende e agente della polizia locale di Laveno l'8 luglio dell'anno prossimo affronterà in solitaria, pedalando anche di notte, i 700 chilometri della corsa con i suoi 17 mila metri di dislivello: «Mi metto alla prova in qualcosa di ancora più estremo»

La nuova sfida di Mario Favini: partecipare alla cronometro ultracycling più dura del mondo sulle Dolomiti

Mario Favini, il ciclista estremo di Sesto Calende e agente della polizia locale di Laveno Mombello annuncia la sua partecipazione all'Ultracycling Dolomitica: 700km e 17000m di dislivello.

L'annuncio sui profili Instagram e Facebook dell'atleta sestese: l'8 luglio 2022 Favini sarà al via dell'Ultracycling Dolomitica, competizione che da parecchi anni si fregia del titolo di cronometro più dura al mondo per il rapporto micidiale tra i 700km di lunghezza e i 17000 metri di dislivello.

Come sempre in queste competizioni gli atleti affronteranno l'intero percorso in solitaria, senza poter sfruttare la scia di altri corridori e senza tappe intermedie, dividendosi tra le categorie Supported (ovvero con auto al seguito) e Self-Supported (in autonomia). 

Dopo un 2021 da protagonista nelle gare non stop, Favini alza l'asticella e per l'anno prossimo mette nel mirino un'impresa ancora più ambiziosa, puntando a una delle competizioni più temute dagli ultraciclisti di tutto il mondo.

«Il 2021 - spiega - è stata una stagione eccezionale per me, iniziata con la Race Across Italy e proseguita con i due podi alla Romagna Ultra Race e all'UltrApuane. L'anno prossimo ho bisogno di fare un salto di qualità, e mettermi alla prova in qualcosa di ancora più estremo. Due anni fa ho sfiorato il podio alla Dolomitica 380, sorella minore dell'Ultracycling Dolomitica con 380km e 10000m di dislivello; ora è arrivato il momento di tornare a sfidare meravigliose montagne tra Veneto, Trentino Alto-Adige e Friuli».

Favini, in servizio come agente di polizia locale a Laveno Mombello, ha sempre scelto la categoria Self-Supported, e non è nuovo a imprese su chilometraggi importanti.

«Non sono le tante ore in sella o i kilometri a spaventarmi, soprattutto dopo i 790km della Race Across Italy, ma tutte quelle montagne mi mettono parecchia soggezione, al punto che non me la sento di pormi degli obiettivi cronometrici: oltre alle difficoltà del percorso gestire la notte pedalando in quota non sarà facile, soprattutto in caso di maltempo» sottolinea. 

Ben 20 i passi dolomitici da affrontare in un tempo limite di 57 ore: La Crosetta, San Boldo, Croce d'Aune, Forcella, Manghen, Rolle, Cereda, Forcella Aurine, Duran, Staulanza, Fedaia, Sella, Gardena, Valparola, Giau, Tre Croci, Monte Croce Comelico, Sant'Antonio, Sant'Osvaldo e Piancavallo, per una distanza ed un dislivello grossomodo pari a quelli percorsi in quattro tappe di alta montagna al Giro d'Italia. 

L'ultraciclista di Sesto Calende ha già fissato altri due obiettivi importanti per la prossima stagione.

«A fine aprile sarò nuovamente al via della Race Across Italy, la gara che mi ha fatto innamorare di questo sport, mentre a settembre molto probabilmente punterò all'Adriatic Marathon, che sarà la mia prima gara oltre i 1000 km» conclude Favini. 

Redazione

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