«Un motivo di orgoglio e di lustro per la qualità del nostro ciclismo e per Varese»: così Renzo Oldani, patron della Binda, commenta dalla scaletta dell'aereo che da Parigi lo sta riportando in città la riconferma (82 voti, un record) nel gotha mondiale degli organizzatori delle corse ciclistiche, ovvero nel consiglio direttivo della AIOCC.
Il varesino è il membro che da più tempo (2005) è presente in questo organismo («All'inizio c'era ancora Jean-Marie Leblanc, storico direttore del Tour. Oggi il presidente è Christian Prudhomme, attuale numero uno della grande corsa francese»). L'umanità, la capacità di relazione, la competenza assolute di Oldani, evidentemente, sono doti rare e sempre più preziose anche in uno sport passato dalle culle storiche come Italia, Francia, Spagna e Belgio a cornici e bacini d'utenza ai tempi impensabili come Arabia Saudita, Canada o anche ai Paesi anglosassoni.
«Io penso sia importante avere come base la capacità di intessere ottime relazioni con le altre nazioni e gli organizzatori, dare il peso giusto alle cose e alle persone - dice Oldani - Per esempio, il presidente del Tour verrà ancora a Varese: con lui, come con gli organizzatori della Vuelta o della classiche dei Paesi Bassi, la collaborazione ma anche la stima e il dialogo onesto e sincero sono fondamentali».
Oldani è l'unico italiano presente nel governo dell'Association Internationale des Organisateurs de Courses Cyclistes insieme a Mario Vegni, gran capo del Giro, mentre non ce l'ha fatta a riconfermarsi al vertice anche per i prossimi 4 anni Mario Minervino, motore e anima del Trofeo Binda femminile.
«Il voto di oggi è anche un segno di internazionalità per Varese - conclude Oldani, che a brindare non ci pensa neppure visto che è già di ritorno nella Città Giardino - Siamo apprezzati in tutto il mondo, così come il nostro ciclismo». Onore a Renzo e alla Binda.




