Territorio - 08 novembre 2021, 12:44

«La pandemia ha trascinato nella povertà molte famiglie che prima appartenevano al ceto medio»

La Caritas di Besozzo e Brebbia ha presentato come di consueto il bilancio annuale della propria attività: «E' stato un anno complesso e gravoso. Si è scritto che da questa esperienza usciremo migliori, ma la grande sfida è rifuggire l'indifferenza». Aumentano i giorni di apertura del centro di ascolto e dello sportello per la Campagna post Covid

«La pandemia ha trascinato nella povertà molte famiglie che prima appartenevano al ceto medio»

Consueto bilancio sociale annuale per la Caritas della comunità pastorale di Besozzo e Brebbia, che ha pubblicato la propria relazione sull'informatore parrocchiale. 

«Il 2020/21 è stato un anno complesso e gravoso, con la pandemia che è entrata prepotentemente nelle nostre vite, stravolgendole - si legge nella relazione - anche il mondo del sociale e della carità è stato colpito: l’emergenza Covid-19 ha imposto una rapida revisione delle tradizionali azioni di prossimità e uno sforzo maggiore per non lasciare indietro nessuno. Con la pandemia le disuguaglianze si sono accentuate, cronicizzando le situazioni di fragilità già evidenti e trascinando in povertà molte famiglie che appartenevano al ceto medio e nuovi soggetti entrati nei radar della rete territoriale di vicinanza e solidarietà a causa della perdita del lavoro e la crisi di liquidità».

Quale futuro la Caritas intravede per il nostro territorio?

«Si è detto e scritto molto che da questa esperienza usciremo migliori - sottolineano i volontari - è l’auspicio di tutti, ma non è un passaggio scontato e automatico: occorrono sguardo attento, impegno e spirito di servizio. Dobbiamo attrezzarci sempre più e sempre meglio per rispondere alle necessità materiali, per dare speranza alle persone più fragili e per supportare operatori e volontari. Servono nuovi strumenti di pensiero e di azione, bisogna, su tutto, essere prossimi nella carità. Questa è la grande sfida: essere dentro alla comunità e rifuggire dall’indifferenza».

Ci sono anche belle notizie da raccontare: l'aumento dei volontari soprattutto giovani, la generosità della gente, quella delle scuole dei due paesi, il non voltare lo sguardo da un'altra parte.

«La partecipazione di tanti nuovi volontari, soprattutto giovani, è un segnale importante - proseguono dalla Caritas besozzese e brebbiese - del resto, non c’è benessere personale se non è sostenuto dalla comunità e, viceversa, una comunità non può dire di star bene se al suo interno c’è qualche individuo lasciato ai margini. Per ripartire serve il contributo prezioso di tutte le persone di buon cuore. Tutti insieme, con ancor più forza ed entusiasmo. Proprio la collaborazione e l’unità sono importanti vie di uscita dalla crisi».

La Caritas è chiamata a pensare a nuove povertà del dopo Covid-19, dove famiglie e singole persone che non riusciranno a sostenersi a causa della disuguaglianza e delle retribuzioni non adeguate alle aspettative.

«Come comunità ecclesiale siamo chiamati a pensare a nuove forme di carità: ascolto, aiuti materiali, accoglienza, contrasto alla povertà educativa, conforto, attenzione - si legge ancora nella relazione - per questo la Caritas della nostra Comunità Pastorale Besozzo/Brebbia ha lanciato la Campagna emergenza post Coronavirus: la concretezza della Carità pianificando ulteriori giorni di apertura del Centro di Ascolto e sportello Caritas per la distribuzione pacchi con inizio dal mese di ottobre 2021» affermano i volontari.

La Caritas ha tenuto a ringraziare i propri benefattori come la scuola materna “Pietro Del Torchio” di Cardana, la scuola dell'infanzia e scuola primaria della Casa Sacro Cuore Bogno, la scuola dell'infanzia Don Luigi Mari di Brebbia, le scuole Pascoli e Mazzini Besozzo, l'Istituto Rosetum Besozzo.

«Un grazie particolare anche ai Servizi Sociali di Besozzo per il loro contributo ed a tutte quelle persone che rendono concreto e visibile ogni giorno il lavoro della Caritas» concludono i volontari. 

M. Fon.

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