Varese - 31 ottobre 2021, 09:24

Andrea Badoglio, il gigante buono che Varese non dimentica. «Ogni giorno alle 6 del mattino continuo a chiedermi: "Perché non mi hai ancora chiamato"?»

Sei anni fa se ne andava una figura impossibile da dimenticare. Con le sue battaglie, le sue debolezze, la sua umanità, la sua fierezza. E una frase mai così attuale: «La parola data, è la parola data. Una stretta di mano vale più di un contratto»

Andrea Badoglio, il gigante buono che Varese non dimentica. «Ogni giorno alle 6 del mattino continuo a chiedermi: "Perché non mi hai ancora chiamato"?»

Impossibile dimenticarsi di lui. Anche perché c'è sempre qualcuno che, appena l'autunno bussa alla porta, si ricorda di quello che accadde cinque anni fa. Un telefono che non risponde, i suoi cagnoloni costretti ad una lunga ed eterna veglia, le sue difficoltà mai nascoste, la sua fierezza e il suo orgoglio, le sue battaglie dentro e soprattutto fuori dal campo da gioco, dove a volte non esistono regole se non quelle dei più forti, la sua sensazione - a volte - di essere entrato in un "gioco" più grande di lui.

La sua capacità, alla fine, di tendere la mano agli amici e, incredibilmente, anche a chi gli era meno amico, dopo aver ovviamente passato la forca caudina di discussioni e litigate infinite ed aver detto una indimenticabile frase durante quella "maledetta" campagna elettorale del 2016 che dovrebbe valere per tutti, a Varese e non solo, oggi e per sempre: «La parola data, è la parola data. Una stretta di mano vale più di un contratto». La sua "firma" a tutto ciò che diceva e faceva, e anche a quello che avrebbe potuto fare senza poterlo fare: "Andrea Badoglio, il gigante buono".

«Passano gli anni, ma non ti si può dimenticare - scrive, come ogni anno, l'amica Cristina Passera al gigante buono - Quando penso alla telefonata dove mi dicevano che non c'eri più, sento ancora un dolore fortissimo. Ancora mi chiedo perché, ma purtroppo non ho una risposta. Nella ricorrenza della tua morte, io e tanti altri amici ti ricordiamo con affetto e amicizia. Quella che ancora oggi, alle 6 del mattino, mi fa guardare il cellulare e chiedere... ma Andrea non ha ancora chiamato?  Ovunque tu sia, vorrei che il mio saluto arrivasse fin lì».

A.C.

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